Storie dei nostri veci |
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GUERRINO SPERANDIO |
Giugno 2002
Guerrino ci racconta questa storia con toni vispi ed umoristici pur dietro il
velo dell’età
Alla fine dell’estate 1942 (“si mangiava ancora angurie”) Guerrino, 24
anni di età, è sul Don, nel 3° Btg misto del Genio della Julia. I genieri,
che di notte alloggiano sui camion, costruiscono alloggi e bunker. Guerrino è
magazziniere
Un giorno è al fiume a fare un po’ di bucato (si lava delle calze) in un'ansa
morta. Mettendo un piede nell’acqua vede la scia di un grosso pesce che fugge
andando, a fermarsi in una buca profonda. Una donna russa, che lì vicino lava
delle trippe, grida a Guerrino: “Storj! Storj!”. Al che Guerrino capisce
subito che si tratta di uno storione.
Appassionato pescatore, Guerrino agisce tempestivamente: corre al camion, prende
una bomba a mano “Beretta” tipo “panico” (“uccideva solo se ti veniva
addosso”) e la tira nell'acqua.
Lo storione viene stordito dalla bomba ma, ancora vivo, si sposta. Guerrino
entra allora nel fiume e tenta, non riuscendovi, a prenderlo con le mani.
Allora via di nuovo sul camion: prende un sacco e con quello finalmente cattura
("insacca") lo storione. Un bel pesce lungo più di un metro e pesante
più di dieci chili, dal colore marrone chiaro.
Ai cucinieri che gli chiedono come cucinarlo, Guerrino risponde, per ridere,
"con olio e aceto". Invece lo storione viene fritto a pezzi e mangiato
con grande soddisfazione da alpini e ufficiali.
Silvestro Barro