Storie dei nostri veci |
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ISIDORO SCUDELER |
Domenica 7settembre 2003, nell’ambito del 32° Raduno
al Bosco delle Penne Mozze a Cison di Valmarino, sono state scoperte 4 nuove
stele, poste quest’anno a dimora.
Una di esse ricorda il suseganese ISIDORO SCUDELER,
salito al “Paradiso di Cantore” ormai 55 anni fa, per causa di servizio.
Isidoro Scudeler era nato a Ponte della Priula il 10 maggio 1927. Nel gennaio
1949, egli si trovava a Gemona del Friuli già da qualche mese, per assolvere il
servizio di leva. Isidoro era in forza alla 72^ compagnia del Btg.
“Tolmezzo” dell’8° Rgt
Alpini. Al ritorno da una breve licenza venne inserito nella muta del servizio
di guardia alla caserma. Durante l’esplicazione del suo dovere, lo colpì una
meningite fulminante che gli carpì la propria giovane vita, in pochissimi
giorni.
Il 27 gennaio 1949 , Isidoro Scudeler spirò. Il presagio
che qualcosa di nefasto avrebbe potuto succedergli, l’aveva pervaso nei giorni
passati a casa in licenza e di questo si era confidato con la sorella.
Il fonogramma, mandato dai suoi superiori alla stazione
dei Carabinieri, che avvisava i famigliari della gravità della situazione
clinica, arrivò in ritardo. Questi ultimi quando giunsero all’Ospedale di
Gemona, nei tempi determinati dai mezzi e dalle strade di allora, poterono
solamente constatare il decesso dello sfortunato ragazzo. Vi fu un solenne
funerale militare, con diversi ufficiali e commilitoni presenti, assieme alle
massime autorità locali. Per la
famiglia invece, gravata per giunta da difficoltà finanziarie e da un altro
grave lutto, non vi fu nessun indennizzo. Vani furono i tentativi, fatti con
documenti alla mano, per poter accedere ad una pensione. La salma di Isidoro
Scudeler riposa tutt’ora presso il cimitero di Susegana. All’indomani della
creazione del Bosco delle Penne Mozze a Cison, sorse il desiderio da parte dei
congiunti di veder posata una stele con impresso il nome del loro caro, in quel
maestoso e commovente scenario, in cui sono ricordate le penne nere trevigiane
strappate alla vita per causa di guerra o di servizio.
Anche in questo caso, per qualche cavillo o qualche
impedimento burocratico, tale sogno venne più volte frustrato. Tempo addietro,
chi scrive assieme a Claudio Bernardi, con l’appoggio sensibile del
consigliere dell’ASPEM Renato Brunello, ha portato la richiesta
all’attenzione del presidente Claudio Trampetti, il quale analizzando con
solerzia la questione, ha sciolto ogni intralcio, tant’è che il consiglio
direttivo dell’associazione ha deliberato positivamente.
Comprensibile l’emozione dei parenti, soprattutto della
nipote Mariarosa, che tanto ha fatto perché tutto ciò accadesse. Adesso
Isidoro è idealmente là, con le altre giovani vite spezzate, a rappresentare
il sacrificio massimo dell’impegno e dell’onore. Se in qualche momento, ci
venisse a mancare quell’amor proprio che ci contraddistingue, cerchiamolo
lungo i sentieri del Col Madan
Renzo Sossai