Storie dei nostri veci

MARIO PIOVESANA


Maggio 2011

Classe 1916, aveva 19 anni quando nel 1935 partì dalla sua Conegliano per il Corso Sottufficiali che concluse nel 1936, con il grado di Sergente, al 5° Gruppo di Artiglieria da montagna di Belluno.

Sempre nel 5° Gruppo venne presto trasferito a Cividale dove, superato il corso furieri, uscì con il grado di Sergente Maggiore per essere inviato a Tolmino. Là, dopo la ferma, entrò a far parte del comando del GAF. con l'incarico di perito topografo fino al 1938. Il compito quotidiano di un topografo di montagna consisteva, in quel tempo, nel percorrere a piedi, in compagnia di un mulo, i sentieri per segnalarli e porvi i cippi trigonometrici che tanto utili si sarebbero rivelati, pochi anni dopo, per le postazioni di difesa in guerra.

Il 1° maggio 1941, già padre di Enzo ed Emma, fu richiamato a Tolmino a causa degli eventi bellici e inviato sulle fortezze del Bogatin, in Slovenia. Mesi durissimi di guerra lo attendevano: non vi erano muli sul Bogatin e Mario Piovesana, comandante di due pezzi da 117, era costretto, con i commilitoni, a trascinare le ogive a mano, legandole con le corde. Per mesi si sparò contro i titini e nel 1942 numerosi territori appartenenti alle truppe slave del maresciallo Tito vennero occupati dalle fiere truppe dell'Artiglieria da montagna italiane.

Dopo l'8 settembre 1943 fu imprigionato e conobbe in Francia il campo di concentramento di Tolone, da cui riuscì a fuggire.
Catturato pochi giorni dopo dalla Gestapo a Mentone venne posto a regime di rigore. In assenza di pasti dimagrì di 22 chili, ricevendo quotidianamente continue minacce di morte. Quando la guerra finì aderì per coerenza alla Repubblica di Salò.

Noto commerciante di abbigliamento nei mercati della Marca negli anni '50 e '60, operò poi nel negozio di Santa Maria del Rovere a Treviso, dedicandosi ai suoi tre figli, tra cui Gianni alpino della Julia, ai sei nipoti e ai sei pronipoti.