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Pietro Maset è una delle figure più sublimi non soltanto della nostra Sezione ma dell'intero Corpo
degli Alpini; il suo nome è tramandato alla storia in un'ipotesi leggendaria, tanto è stata intensamente vissuta
la Sua vita militare, iniziata quale semplice soldato del genio e conclusa quale capitano alpino tra i più
eroici ed amati.
Figlio di Maset Domenico Marco e di Carnielli
Maria Caterina, nacque a Scomigo il 12 Marzo 1911. Arruolato nel 2° Reggimento del Genio radiotelegrafisti l'11 marzo 1932,
concluse il servizio di leva il 1° settembre 1933, presso l'11° Rgt Genio al quale era stato assegnato dal 28
ottobre 1932.
La parentesi borghese durò poco anche per Maset il
quale venne richiamato il 1° marzo 1935 al 58° Rgt Fanteria ed assegnato al Corpo Truppe
Coloniali dell'Eritrea; imbarcato a Napoli il 18 marzo, egli giunse a Massaua il 28 marzo, comportandosi
eroicamente nelle battaglie cui partecipò.
Frequentò il corso allievi ufficiali a Saganeiti dal 15 marzo al 25 giugno 1936 conseguendo la
promozione a sottotenente con assegnazione al 7° Rgt Alpini, col quale rimase
in Africa fino alla primavera del 1937. Imbarcato a Massaua il 4 aprile, sbarcò a Napoli il giorno 12 e il 17 venne
posto in licenza coloniale seguita dal congedo.
Il 17 luglio 1937 Maset viene decorato a Belluno della sua prima croce
al merito di guerra e della medaglia commemorativa per le
operazioni in Africa Orientale.
Il nuovo congedo ripropose la sistemazione nella vita
civile e Maset si diplomò maestro all’Istituto Magistrale « Duca degli Abruzzi» di Treviso nel 1937 iniziando la sua
carriera d’insegnante.
Troppo breve fu la serena pausa di lavoro e la speranza di crearsi una famiglia.
Il 31 marzo 1939 si ritrovò in divisa da sottotenente all'8° Rgt Alpini con
il quale si imbarcò sedici giorni dopo a Bari, giungendo il 17 aprile a Durazzo. Il 18 agosto
1940 giunse la promozione al grado di tenente con anzianità 1° gennaio dello stesso anno. Del
suo comportamento al fronte greco ne è esempio la motivazione della prima medaglia
di bronzo al V.M. : "Comandante di un
plotone di mitraglieri, durante violento attacco nemico in forze, visto cadere
il tiratore di una mitragliatrice, raggiungeva l'arma e riprendeva il fuoco.
Contrattaccava poi l'avversario, alla testa del reparto, contribuendo al
favorevole esito della lotta. Nel corso di una successiva azione di cavalleria
nemica, contrattaccava alla testa del plotone, catturando armi automatiche e
salmerie. Quota 2026 di Briaza (fronte greco) 5 novembre 1940".
Per la riconosciuta continuità del suo valore, Maset meritò il trasferimento
in servizio permanente effettivo per merito di guerra con anzianità 1 gennaio 1940 con la seguente
motivazione: "Comandante di compagnia alpina, in
due giorni di reiterati violenti attacchi avversari, resisteva tenacemente
sulla posizione, caposaldo dell'intero settore del proprio battaglione. Ferito
in un corpo a corpo, si rammaricava di dover lasciare i suoi soldati ai quali
rivolgeva parole di alto sentore, incitandoli a resistere fino all'estremo.
Capo valoroso, sempre primo, in ogni contingenza di guerra, di alto
rendimento. Fronte greco, dicembre 1940".
Pietro Maset venne ferito da arma da fuoco il 10 dicembre alla regione
sottoclaveare destra e ricoverato due giorni dopo all'ospedale di Valona; il
giorno 14 venne imbarcato sulla nave ospedale "California" e
ricoverato all'ospedale militare di Bari il 18 dicembre e quindi all'Istituto ortopedico di
Firenze il 22 dicembre. Autorizzato a fregiarsi del distintivo d'onore per ferita in
combattimento, dopo 40 giorni di licenza di convalescenza, venne riconosciuto idoneo il 15 luglio e il 18 luglio rientrò
al deposito dell'8° Alpini; ripartì col "Tolmezzo" per la Grecia
il 24 novembre 1941 e giunse a Corinto il 29 novembre. Quattro mesi più tardi, Pietro Maset ritornò in patria col
proprio reparto arrivando il 29 marzo a Bari. Sempre con il "Tolmezzo", il
più decorato battaglione alpino, Pietro Maset, il 7 agosto 1942, partì per il
fronte russo, con promozione al grado di capitano con anzianità 1 gennaio. L'eroismo del bravo
ufficiale rifulse nuovamente fin dal primo impiego nella nuova zona di
operazione e lo attesta la motivazione della seconda
Medaglia di Bronzo al V.M.: "Comandante
di compagnia armi accompagnamento schierata a difesa di una importante e
delicata posizione, durante più giorni di aspri e cruenti combattimento
contro nemico preponderante, dava costantemente prova di capacità di comando
e di alto spirito combattivo. Nel corso di un violento attacco, visto che un
reparto nemico cercava di sfruttare un momentaneo successo d'iniziativa, lo
contrassaltava con ardimento e decisione, riuscendo dopo violento corpo a
corpo, a metterlo in fuga. Nowo Kalitwa - Don (Russia), 20-26 dicembre 1942".
L'accrescersi dell0'accanimento della lotta incrementò anche il coraggio
degli Alpini; anche Maset moltiplicò il proprio eroismo meritandosi la medaglia
d'argento al V.M. con questa bella motivazione: "Comandante
di compagnia armi accompagnamento in rinforzo a reparti incaricati della
difesa di una testa di ponte avendo compito di resistenza ad oltranza, visto,
durante un aspro combattimento, cadere in mano avversaria un pezzo di
anticarro e relativi serventi, alla testa di un gruppo di animosi
contrassaltava audacemente il nemico, lo disperdeva recuperando uomini e
materiali. Nowo Kalitwa - Don (Russia), 17 gennaio 1943".
Maset ripartì dal fronte orientale il 15 marzo 1943, rientrando in Italia quattro giorni dopo.
Giunse l'8 settembre.
Il Capitano Maset si sottrasse alla cattura per ricongiungersi a un
comando italiano; dal 1° febbraio 1944 entrò a far parte della prima
divisione Partigiana Osoppo Friuli, operante nella zona di Udine, e seriamente
organizzata da nostri ufficiali; divenne comandante della stessa divisione dal
15 luglio dopo aver creato la quinta Brigata Osovana. L'eroico figlio alpino
cadde in combattimento a Budoia (Malga sul Campo - Pian Cavallo) il 12 aprile
1945.
La seguente motivazione della Medaglia d'Oro al V.M.
conferitagli alla memoria, ricorda per sempre agli italiani la sua vita
dedicata alla Patria: "Valoroso ufficiale
dell'esercito in s.p.e., animatore e trascinatore, fu tra i primi ad
organizzare il movimento partigiano in Friuli. Creò, animò e comandò la V
Brigata dell'Osoppo, assurgendo a popolarità per le sue gesta eroiche e per
la perizia di comandante. Dopo un poderoso rastrellamento effettuato dal
nemico nel dicembre del 1944 in Val Cellina, non volle abbandonare la montagna
allo scopo di ripristinare con i suoi uomini il completo dominio e vi
trascorse l'intero rigido inverno, assoggettandosi con eccezionale tenacia a
privazioni e a sofferenze che hanno dell'inverosimile. Attaccato nuovamente da
forze soverchianti si batté da eroe infliggendo al nemico gravissime perdite
finché, colpito mortalmente in fronte, cadde fulminato tramandando la sua
memoria alla leggenda. Pian Cavallo - Friuli, 12 aprile 1945".
Due croci di Guerra si aggiunsero postume
al medagliere di Pietro Maset per le operazioni del periodo bellico 1940-43 e
per l'attività partigiana.
Le Scuole elementari di Scomigo vennero affidate al suo nome; una via di Conegliano gli
venne dedicata; il nuovo gruppo sorto a Conegliano nel 1984 porterà il suo nome.
Ma il nome di Pietro Maset è soprattutto preziosamente
custodito nel cuore di coloro che l’hanno conosciuto: dall’inimitabile Donna amata che ancora Lo piange con amore
immutato, ai Suoi superiori, agli alpini ed amici tutti.
L’amore di chi conobbe Maset è stato fertile anche nel cuore di chi non fece in tempo d’incontrarlo in vita.
Anche per me, che appartenni al risorto «Tolmezzo» di Maset, che arrivai a far parte della Sua Sezione alpina di
Conegliano, e che non so terminare dal ricordarLo che con una lacrima di affetto e gratitudine.
m.a.
Maggio 1963