60° DELLA SEZIONE DI CONEGLIANO |
Dicembre 1985 |
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Abbiamo già avuto modo di scrivere sul numero precedente di «Fiamme Verdi» sotto il titolo «Il prezioso impegno delle Penne Nere coneglianesi nel sessantesimo di fondazione» quanto hanno fatto molti nostri soci per la realizzazione del fabbricato ad uso laboratorio per gli handicappati.
Riportiamo ora quanto è stato scritto su «Il Gazzettino»:
In tempo di pace gli alpini sanno forgiare le loro armi trasformandole in strumenti di
lavoro per venire incontro a chi ha bisogno. Così, le manifestazioni per le
celebrazioni del sessantesimo anniversario della Sezione, furono aperte con
l'inaugurazione dell'ampliamento del
CENTRO DI LAVORO GUIDATO PER I DISABILI DE
"LA NOSTRA FAMIGLIA" a Mareno di Piave, realizzato dagli alpini.
Il centro, sorto grazie anche alla generosità dei coniugi Angelo e Teresa Vendrame
con la donazione del terreno, potrà ora assolvere ancora più degnamente la
funzione per la quale è stato voluto, per la generosità degli alpini che hanno
dedicato, per mesi e mesi, il loro tempo libero alla costruzione del nuovo
fabbricato.
Alla cerimonia erano presenti numerose autorità, il vescovo di Vittorio Veneto mons.
Eugenio Ravignani, il prefetto di Treviso dr. Scivoletto, i sindaci di
Conegliano (dr. Giubilato), di Mareno (Bottecchia), di Pieve di Soligo (dr.
Padoin), di Sernaglia della Battaglia (p.i. Spironelli) e di San Fior (Rui); il
comandante della Finanza Ten. Battaglini, il presidente dell'USL 12 De Bastiani,
oltre gli on. Anselmi e Armellin.
Con il presidente sezionale prof. Giacomo Vallomy c'erano il geom. Lino Chies, i vice
presidenti Bozzoli e Brunello e il veterano socio fondatore cap. Giacomo
Soravia, gli emblematici avv. Francesco Travaini e il comm. Giovanni Daccò, il cav. Piaia che alla manifestazione ha
svolto l'insolito compito di speaker.
La cerimonia si è aperta con l'alzabandiera, accompagnata dalle note del «silenzio» eseguite dal Corpo Bandistico di Mareno di Piave e il
taglio del nastro inaugurale da parte del "vecio" cap. Giacomo Soravia, superstite di coloro che 60 anni prima
fondarono la sezione. E' seguita la benedizione del vescovo mons. Ravignani, che nel suo breve discorso si è soffermato
su tre amori che la cerimonia esprimeva: alla Patria, ai fanciulli che più degli altri hanno bisogno, quello di chi si è
stretto intorno a chi ha dato I’ esempio dedicandosi ai più bisognosi.
Quindi intervenne il prof. Vallomy, il quale consegnò ufficialmente il "laboratorio" a nome della Sezione
Un grazie agli alpini per quanto hanno voluto fare è stato rivolto da Zaira Spreafico, responsabile degli istituti La
Nostra Famiglia, esistenti in Italia e all’ estero. « Gli alpini - ha detto - sono pronti a dedicarsi al prossimo che ha
bisogno. Quella di oggi è una giornata da non dimenticare e che ricorderemo. I ragazzi potranno lavorare».
L’opera degli alpini è stata poi definita dall’on. Anselmi una iniziativa che rafforza l’importante presenza de «La
Nostra Famiglia», che con le sue iniziative a favore di chi ha bisogno anticipa addirittura il legislatore.
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Mentre l’Azione ha scritto:
«Con gli alpini di Conegliano al centro di lavoro guidato si aprono nuove prospettive. Il centro, la cui attività è
iniziata tre anni fa circa grazie alla disponibilità dei coniugi Vendrame a Bocca di Strada, rifiutava da diverso tempo
le richieste di ragazzi per mancanza di spazio. E’ stato qui che sono intervenuti gli alpini. Sposata da tanto tempo la
causa della protezione civile
del servizio civile a livello nazionale, quelli di Conegliano volevano realizzare qualcosa che ricordasse alla memoria
futura
loro sessant’anni ».
Si è pensato ad un monumento per i vivi. Ottanta alpini mobilitati in permanenza dal 16 febbraio, presenze giornaliere
di 15 / 18 persone.
Un lavoro di squadra massiccio, organizzato e - nelle retrovie - altri alpini mobilitati per trovare mezzi, raccogliere
il materiale e ... qualche contributo. Tutto il possibile per portare a termine l’opera il più presto possibile. Un atto
d’amore che ha aperto le celebrazioni dei sessanta anni di storia alpina di Conegliano.
« La solidarietà è il monumento che gli alpini hanno voluto costruire a se stessi in questa circostanza. Esso è costituito dall’ ampliamento del centro di lavoro guidato per handicappati gestito dai genitori della “Nostra Famiglia" di Conegliano». E’ invece quanto si è letto su «Il Quindicinale ».
Lino Chies che ha seguito e diretto con Gilberto Loschi i lavori, e fatto il manuale con gli esperti Remigio Chies,
Attilio Manzato e Lino Dalla Coletta, durante la cerimonia inaugurale con sentita commozione ha detto tra l’altro:
«La spontaneità alpina ha sagomato i cuori delle Penne Nere a forma di mattone, li ha composti e modulati rendendoli
atti alla costruzione delle murature, amalgamati e cementati con l’alpinità pura che i nostri predecessori - Eroi delle
Tofane, dell’Albania, della Grecia e della Russia - ci hanno tramandato, impresso e trascritto nello statuto
dell’Associazione Nazionale Alpini. Le baionette dell’Ortigara e di Nikolajewka idealmente forgiate ed abilmente
trasformate in attrezzi da cantiere, sono state poste al servizio della società per dare un sollievo ai meno fortunati e
soprattutto per dare loro la possibilità di esprimersi esternando la grande carica umana che possediamo. Prendendo lo
spunto dalla Preghiera dell’Alpino e modificandola leggermente, più volte ho ricavato - Signore rendi torti le nostre
mani contro la quantità di lavoro da svolgere e proteggici dal pericolo degli infortuni. - Il Padre Eterno mi ha
ascoltato. Ecco alpini ed Amici degli alpini qui oggi desidero ringraziarVi a nome dell’Associazione tutta per quanto
avete fatto rubando alle famiglie, con l'assenso pieno delle gentili consorti, il tempo libero di molti sabati e
domeniche e sinceramente mi auguro che questo sia solo l’inizio di quella strada che abbiamo cominciato a percorrere e
che è stata tracciata dal nostro Presidente nazionale con l’opera di Endine Gaiano. Un grazie vivissimo a tutti i
collaboratori, agli oblatori, in modo particolare al Lyons Club di Conegliano che, donando il forno per la cottura della
ceramica, ha contribuito in modo tangibile ad attrezzare questo laboratorio ».