25° di FONDAZIONE DI FIAMME VERDI |
Maggio 1985 |
Nella primavera del 1959 la mia professione mi portò a Conegliano, e l’ottimo presidente della Sezione di
Treviso Bruno Manfren avvertì prontamente Guido Curto del mio arrivo e dei risultati delle mie prove di selezione
attitudinale (sa far di conto e scrivere).
Col nuovo anno la mia partecipazione alla Sezione di Conegliano divenne effettiva; feci il tesoriere, e un p0’ di tutto
come è richiesto ai componenti del Consiglio; mentre si facevano i conti anche per l’istituzione del giornale sezionale,
la cui nascita venne registrata al Tribunale di Treviso il 9 maggio 1961, col nome di «Fiamme Verdi». Lo stesso mese
uscì il primo numero, con il mio editoriale («PENNA NERA col pennino») e il seguente saluto del
Presidente:
Cari baldi Alpini della mia sezione,
in occasione della nascita di «Fiamme Verdi» desidero anzitutto porgervi il più sincero e cordiale saluto del
Consiglio Direttivo sezionale, nella certezza che il dono che vi viene oggi fatto costituirà per voi tutti, oltre che
una piacevole sorpresa, anche la convinzione che qui, da! Comando della Sezione, il pensiero è costantemente rivolto ai
Gruppi e ai bravi soci che li compongono.
«Fiamme Verdi» rappresenta infatti un mezzo di collegamento moderno ed efficace tra tutte le unità della Sezione,
messaggero di notizie di carattere organizzativo e formativo, rammentatore di ricordi della passata ed indimenticabile
«naja» scarpona, portavoce delle nostre idee tanto semplici quanto sublimi, difensore degli insostituibili ideali di
Patria, fraternità, amore e comprensione nazionali ed internazionali.
Il titolo della pubblicazione e la testata così mirabilmente composta da quel grande e generoso amico degli Alpini che è
l’artista G. Ainardi, sintetizzano le finalità del giornale che oggi giunge alle vostre case.
Fiamme Verdi sono le mostrine che abbiamo portato per tanti anni e sono i gagliardetti che i nostri Gruppi hanno voluto
benedetti e che fiammeggiano nelle nostre adunate pervase di equilibrata gagliardia scarpona; Fiamme Verdi siamo noi
tutti, Alpini di tante fatiche di guerra, di molte imprese civili, sportive, umane.
Alpini rimasti e trascorsi; perchè in noi rivivono anche i Caduti ed è soprattutto per Loro che l’A.N.A. ha motivo di
esistere, per non rendere vano il sacrificio delle Penne Mozze e di tutti gli altri Soldati d’italia.
Salute a voi tutti, Alpini di Conegliano alpina, di ogni ordine sociale e di ogni grado, ricchi e poveri come ripeteva
lo squillo della «naja», ma uguali tutti nelle fiamme verdi che fregiarono la nostra divisa e nella fiamma fraterna che
inestinguibile arde nei nostri cuori.
Il Presidente della Sezione
Cav. Uff. Enot. G. Curto
Largo spazio venne riservato alla cronaca delle solenni onoranze tributate il mese precedente ai resti mortali di
Giovanni Piovesana giunti dall’Albania; abbiamo illustrato la cerimonia svoltasi alla Gradinata degli Alpini, e
riportato il saluto della cittadinanza espresso dal vice sindaco (e ottimo vice presidente della Sezione) avv. Francesco
Travaini, la funzione funebre celebrata in S. Rocco da mons. Francesco Sartor, le parole del presidente Curto. In certo
senso Giovanni Piovesana - che fu tra i fondatori della Sezione, e che ebbe a guidarla quale presidente - ha collaborato
alla redazione di quel primo numero del nostro giornale, quasi un augurio a nome degli Alpini coneglianesi scomparsi e
particolarmente delle oltre 400 «penne mozze» della Sezione.
Nello stesso anno di avvio di Fiamme Verdi il lavoro mi portò altrove. A Conegliano rimasi ancora per lungo tempo legato
ad istituzioni diverse (l’istituto Professionale « Cima « da me presieduto, e l’Istituto Autonomo Case Popolari con il
benemerito comm. Vazzoler) e alla Sezione continuai ad essere iscritto fino al 1971 (passando a quella di Vittorio
Veneto), sentendo anche in seguito partecipe attraverso Fiamme Verdi che è giunto ora al suo 250 anno di vita.
in questo periodo il giornale ha rappresentato il diario delle varie attività della Sezione, dell’incremento dei Gruppi,
di ogni fondamentale avvenimento associativo. E’ stato anche lo strumento per proporre (n. di settembre-ottobre 1968)
l’iniziativa del Bosco delle Penne Mozze che si avvia alla conclusione nonostante l’indifferenza (se non ostilità) della
maggioranza degli alpini della provincia di Treviso.
Alla periodica realizzazione di Fiamme Verdi (che mi è assai caro tra i cinque figli giornalistici che ho messo al
mondo) provvede da lungo tempo - dopo l’apporto che il vice presidente sezionale ten. col. Alberto Piasenti diede per
parecchi anni e in modo determinante, fino al suo trasferimento a Verona - il Comitato di Redazione presieduto dal
fraterno amico e collega cav. Renato Brunello, e mi è pertanto consentito di fare tranquillamente il lavativo.
Anche per me - come scrissi nell’accennato primo articolo - Fiamme Verdi continua a rappresentare i colloqui stampati
del presente nostro vivere alpino; colloqui col passato attraverso la rievocazione dell’opera dei primi veci; colloquio
con le future penne nere, alle quali lanciamo col giornale il nostro messaggio di sollecitazione I buon vivere civile.
Lunga vita quindi a «Fiamme Verdi» «, a noi «fiamme verdi».
MARIO ALTARUI