LE ORIGINI
Era l’inizio dell’anno 1923 - a soli quattro anni dalla nascita della nostra già consolidata associazione - luglio 1919
- quando un nucleo di Vecchie Penne Nere di Conegliano e dei dintorni, si incontrano per la prima volta, con il
proposito di costituirsi in Sezione nell’ambito dell’A.N.A.
I qualificati Veci Alpini - anche se da poco usciti da un conflitto mondiale, i cui avvenimenti li avevano completati
con nuove esperienze e temprati nello spirito - diedero immediatamente vita ai progetti con entusiasmo, raccogliendo i
consensi di coloro che avevano appartenuto al Corpo Alpino, e provvedere, nel tempo più breve possibile, alla
celebrazione ufficiale del battesimo. Lo scopo che li animava, - e che sentiamo oggi anche noi - quello di ricordare la
Patria, coltivarne il culto e l’amore senza esaltazioni retoriche e senza stupido rispetto umano; perché la Patria siamo
noi tutti, intesi come comunità inscindibile. Sentimenti questi dei quali gli Alpini di ogni epoca si sono resi fedeli
interpreti, e a proprie sanguinose spese, nella convinzione di recare un contributo essenziale alla dignità nazionale
non intesa come vuoto astratto, ma come risultato di dignità individuali che vanno espresse sia in guerra che in pace.
L’azione alpina non va infatti ritenuta vincolata a sole vicende belliche che, voglia Iddio e gli uomini, mai vorremmo
ripetute; va interpretata soprattutto come atto civile, nel senso che ogni Alpino deve impegnarsi in una costante opera
di miglioramento personale e sociale in ogni campo: in quello del lavoro, in quello della vita civica, in tutte le
attività oneste.
Nel 1924, le solerti Penne Nere coneglianesi, avevano ormai raggiunto il loro obiettivo con la raccolta dell’ondata
verde e con l’aver esposto chiaramente l’immagine dell'Associazione Nazionale Alpini, rivolta a finalità serie e pulite.
Fu infatti nel settembre del 1925 che maturò e fu raccolto dagli ardimentosi alpini quanto era stato seminato. E tale
data fu infatti considerata il Natale vero e proprio, naturalmente codificato con un organico ben preciso, funzionante a
tutti gli effetti. Ecco i pionieri: Soravia Giacomo, Albanese Serafino, Baldan Giovanni, Bidasio Gio Battista, Biffis Antonio, Borga
Giovanni, Carraro Nino, Casellato Ruggero, Chies Luigi, Da Gai Gottardo, Dall’Anese Pietro, Del Giudice Giulio, Del
Giudice Emilio, De Grignis Albino, Del Favero Giuseppe, Gaiotti Romeo, Gelera Giovanni, Ghetti Bernardino, Gambi
Bartolo, Marin Otello, Modolo Domenico, Nardi Rinaldo, Piccolo Gino, Piovesana Giovanni, Pol Giovanni, Sartor Don
Francesco, Sartori Aldo, Serafin Giuseppe, Serafin Emanuele, Serafin Tiziano, Steccati Lino, Terlazzi Michele e Zava
Girolamo.
IL PRIMO CONSIGLIO DIRETTIVO:
Presidente: gen. Bartolo Gambi
Vice Presidente: Giovanni Piovesana
Segretario-Cassiere: Giacomo Soravia
Consiglieri: Michele Terlazzi - Giuseppe Del Favero - Girolamo Zava - Antonio Biffis - Aldo Sartori - Tiziano Serafin -
Rinaldo Nardi
A Conegliano, la ridente città del
Veneto posta tra il Piave e Vittorio della Vittoria, e in vista del
Grappa sacro, si è costituita una nuova Sezione della nostra
Associazione. Domenica, 28 aprile (1926), ha avuto luogo la prima Assemblea che costituì una simpaticissima e numerosa prima adunata di scarponi "veci" e "bocia" della regione, per la nomina delle cariche. Venne eletto Presidente il Generale Bartolo Gambi, vecchio ed autentico scarpone; Vice Presidente, Giovanni Piovesana; Segretario-Cassiere, Giacomo Soravia; Membri del Consiglio, magg. Michele Terlazzi, magg. Gerolamo Zava, Giuseppe Del Favero, Antonio Biffis, Tiziano Serafin, Rinaldo Nardi, Aldo Sartori. La giovane Sezione si appresta già a dare prova della sua vitalità e attività, e sta preparando la festa d'inaugurazione del suo verde gagliardetto; dopo di che potrà intervenire ufficialmente a tutte le adunate alpine e militari, e prima di tutte alla prossima inaugurazione del monumento ai Caduti del 7° a Belluno. Salute alla Sezione di Conegliano, ed auguri di vita fiorente! da L'Alpino 1 maggio 1926 |
Il Ponte della Madonna distrutto e rifatto in legno dalle nostre truppe nel 1918