L’Artiglieria da Montagna nella Guerra 1915/18: elementi mobilitati, 13 comandi di raggruppamento, 72 comandi di gruppo, 233 batterie, per un totale di 106.167 uomini. Morti 4.323, fra i quali 216 ufficiali, feriti 13.642 dei quali 572 ufficiali. La buona volontà è il mezzo sicuro per ottenere la pace. La società di oggi ha dimenticato, e pensa di ottenere il dono della pace con il ritrovato delle “marce non competitive”. Noi Alpini di marce ne abbiamo fatto tante, con zaino ed “alpenstock”: memorabile per noi vecchi la “marcia della penna”, ma non ci siamo mai illusi che queste sgroppate rappresentassero il toccasana per la pace. Saremo veri operatori di pace nelle nostre famiglie, nel nostro Paese, nei luoghi del nostro lavoro, se saremo “uomini di buona volontà”.
Anche se è un avvenimento della vita privata di un socio di un nostro gruppo, merita un piccolo cenno nella storia della sezione, quanto realizzò, il comm. Alfredo Battistella nel 1966, quando era consigliere sezionale e vice capogruppo di Pieve di Soligo. Il generosissimo e benemerito Alfredo fece costruire un gigantesco cappello alpino, che volle collocare sull’entrata della spianata della sua villa sul Col de Fer di Soligo. “Ste robe i e boni de pensarle e farle sol che i Alpini”, qualcuno disse. L’idea assume un significato preciso: quel cappello nella chiara serenità di quella luce, nella purezza di quell’aria che reca il sapore di una natura ancora incontaminata, su di un’altura tra fresche fronde e da dove si domina la stupenda vallata del Quartier del Piave, è il simbolo vivente degli infiniti cappelli “puliti” lungo tutte le strade, anche quando le miserie, le paure e le angosce ingannano il mondo.
Gli Alpini del gruppo di Castelveccana della Sezione di Luino il 13 giugno 1967 sono passati per Conegliano, ed hanno voluto visitare la nostra sede, ove sono stati accolti dai vice presidenti, d’allora, Travaini e Daccò e dal consigliere scomparso Fadelli. Ai graditi ospiti sono state illustrate le memorie storiche della nostra città, che ha dato i natali a due reggimenti il 6° e il 7° alpini e alla prima brigata di artiglieria da montagna. Assieme al capogruppo dott. Carlo Maragni è stato tatto un bel brindisi e prima della partenza è stata offerta loro della buona “grappa”.
Il 15 dello stesso mese, ricevuto dallo “staff” dirigenziale d’allora Curto, Daccò e dal sindaco di Conegliano Salvador, era giunto a Conegliano il ten. col. Luciano Zani, Medaglia d’Oro di Russia, egli si intrattenne per alcune ore, conversando affabilmente, rievocando alcuni episodi di guerra dei quali furono protagonisti alcuni nostri Alpini Coneglianesi. Il dott. Zani (nativo di Cormons e residente a Milano) fu tenente del battaglione “Val Chiesa” e del 6° Reggimento quando meritò la medaglia d’oro al valore militare.
Il nostro vessillo
con Bozzoli e Chies
Una larga rappresentanza della nostra sezione ha partecipato domenica 9 luglio a: raduno-pellegrinaggio sul Sacro Monte, indetto per commemorare il cinquantenario della battaglia dell’Ortigara; erano presenti con il Vessillo sezionale, portato dal sempre fedele alfiere Giovanni Baccinello che oggi non c’è più, alcuni dirigenti sezionali e dei gruppi con i gagliardetti. Molti i nostri bocia, i quali hanno potuto vivere una giornata di intenso patriottismo su quella montagna, che ha visto il sacrificio delle Penne Nere, e il cui nome ricorre nella memoria dei veci e che ha lasciato in tutti i presenti un incancellabile segno di commossa ammirazione ed esaltazione. L’atto di doveroso omaggio e di significativa onoranza ai caduti dell’Ortigara si ripete di anno in anno e gli alpini della nostra sezione si impongono il dovere di non mancare alla celebrazione su quel sagrato.
Si è svolta il 30luglio1967 la preannunciata gita sezionale a Tolmezzo che è stato possibile realizzare per i
precedenti accordi con i comandi Alpini e la complessità dell’organizzazione - grazie all’interessamento del consigliere ten. col. Alberto Piasenti, del vice presidente cav. Giovanni Daccò e del consigliere Igino Citron.
Quattordici autocorriere zeppe di Alpini sono partite di buon’ora da Conegliano e, dopo una sosta a 5. Daniele del Friuli (‘na ciòpa col bon parsùto locale la ghe voléva) partecipanti sono giunti a Tolmezzo per l’acclamato ingresso - bene in riga
con vessillo e gagliardetti - alla caserma dell’8° Reggimento e poi in quella
dell’11° Raggruppamento Alpini d’Arresto e dei Gruppi «Udine» e «Pinerolo» di Artiglieria
da montagna. In rappresentanza del col. Moro comandante dell’8°, la nostra sezione
è stata cordialmente accolta dal ten. col. Ennio Matichelli; alla sede dell’11°
Raggr, uguale cortese accoglienza è stata riservata dal capitano Paolo Riccioni a nome del col. Silvestrini comandante dell’11° d’Arresto e del locale presidio militare;
veramente fraterno anche l’incontro con i rappresentanti della Sezione Carnica
dell’A.N.A. e del Gruppo Alpino di Tolmezzo. Altrettanto calorosa ammirazione era
palesemente espressa dalla buona ed italianissima popolazione di Tolmezzo che
ha largamente manifestato la sua sincera simpatia per la nostra visita alla bella cittadina.
Interessantissima è stata la visita alle caserme dove i partecipanti hanno potuto
prendere cognizione delle più recenti armi in dotazione; particolarmente ammirate
sono state le nostre più anziane «panze longhe» davanti al nuovo obice 105/14
e al mortaio da 120. Dopo la S. Messa al campo il presidente comm. Curto ha ringraziato,
a nome di tutti gli entusiasti partecipanti, i gentilissimi comandanti ai
quali ha recato in
dono la recente pubblicazione della storia di Conegliano. La nostra comitiva si è suddivisa nelle due caserme per
consumare allegramente il rancio con gli Alpini e i montagnini che stanno facendo la naja per essere presto dei
bravi soci dell’A.N.A. e degli ottimi soldati sempre. Nel pomeriggio la nostra lunga colonna di autocorriere ha
lasciato Tolmezzo tra i saluti della popolazione; passaggio per Tarcento, poi Udine e Casarsa, e infine a casa
soddisfatti e felici.
L'eroico capoluogo della Marca Trevigiana - il 29 e 30aprile e il 1° maggio 1967 - accolse con commosso entusiasmo il nostro tradizionale incontro annuale; in fratemo abbraccio con gli Aviatori d’Italia. L’allora sindaco di Treviso cav. uff. rag. Bruno Marton portando I saluto della città agli Alpini convenuti, riconobbe nelle Penne Nere i soldati che nella grande guerra difesero l’Italia sulle nostre montagne, salvandola dall’invasione; ne esaltò i sacrifici, gli atti di eroismo sui Piave, sul Grappa, sul Montello e dove il dovere li portò. L’accoglienza della popolazione - in ogni luogo della provincia, tra cui Conegliano - fu veramente superiore ad ogni aspettativa, e il corretto contegno degli Alpini lo seppe meritare, I giornali ebbero parole di elogio e di simpatia, convenendo (come il Gazzettino di Venezia) che gli Alpini sono gente buona, abituata a dire “signorsì” ai superiori, alle intemperie, ed anche al fisco implacabile, e tuttavia bisogna - di quanto in quanto - di una qualche evasione, in un suo confortevole canto, di sana allegria, della modesta gioia di un calice odi un litro, per poi tornare al suo lavoro lontano, ai suoi silenzi, alla sua proverbiale operosità. La nostra sezione geograficamente la più vicina, unita sentimentalmente per ovvie ragioni commerciali e di amministrazione istituzionale, partecipò in massa, con tutti il direttivo, collaborando all’organizzazione. Fra i molti discorsi ci fu anche quello dell’attuale nostro Presidente sezionale prof. Giacomo Vallomy, che a quell’epoca era consigliere, e presidente dell’Ente per il Turismo e del Comitato per le manifestazioni.
Domenica 6settembre 1968- a Pieve di Cadore - nella sede della Colonia Alpina “M. Vazzoler” del Patronato scolastico di Conegliano si svolse la cerimonia della COLONIA consegna dell’antenna portabandiera e del Tricolore donati dagli Alpini di Conegliano. Erano presenti, con il cav. Gino Barazza nostro consigliere sezionale e presidente del Patronato scolastico, il sindaco capitano alpino Francesco Salvador, il vice presidente della sezione Giovanni Daccò, numerosi consiglieri e soci, ed oltre 150 bambini ospiti. Dopo la celebrazione della S. Messa, don Angelo Visentin ha proceduto alla benedizione del cippo e dell’asta porta bandiera sulla quale è stato issato il Incolore benedetto da mons. Sartor, il nostro cappellano, in occasione delle celebrazioni svoltesi il 23 giugno per il cinquantenario della Vittoria. Hanno parlato Barazza, Salvador e Piasenti. La colonia - che si intitola alI’indimenticabile appassionato della montagna Mario Vazzoler - venne frequentata anche dalle Medaglie d’Oro della nostra sezione: Spellanzon, Maset e Bortolotto.