PENNE MOZZESalendo il verde sprone
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L’8 ottobre 1972 è avvenuta l’inaugurazione del Bosco delle “Penne Mozze”, a Cison di
Valmarino, situato in una posizione panoramica delle prealpi trevigiane. Nel pomeriggio
di Sabato 7 Ottobre il Vescovo di Vittorio Veneto, mons. Antonio Cunial - Cappellano
Alpino nell’ultimo conflitto - ha benedetto il monumento - opera dello scultore del ferro Simon
Benetton - e il memoriale con il primo gruppo di stele
intitolate ai Caduti Alpini della provincia di Treviso. L’idea di Mario Altarui di creare
questo stupendo memoriale fu lanciata proprio dal nostro giornale nell’autunno del 1968,
e ribadita con altri articoli, fino alla costituzione di un apposito comitato che ha reso possibile l’inaugurazione
del Bosco, in occasione del centenario di fondazione del Corpo degli Alpini. Da allora, ogni anno,
viene collocato un certo
numero di stele, e fino ad oggi ne sono state collocate quasi 1800 e ne rimangono da realizzare circa 700.
La domenica seguente, 8 ottobre, di fronte ad una stupenda cornice di Alpini e familiari
dei Caduti, dopo l’alzabandiera e gli onori militari, si è svolto il rito inaugurale con il saluto del sindaco di
Cison di Valmarino, rag. Marcello De Rosso, la S. Messa celebrata dall’ufficiale alpino mons. Paolo
Chiavaoci, il discorso del Presidente della Sezione di Vittorio Veneto dott. Giulio
Salvadoretti, ed infine l’orazione ufficiale del Sottosegretario di Stato on. Dr.
Francesco Fabbri, intervenuto in rappresentanza del Governo.
Il bosco divenuto opera veramente grandiosa raccoglie le stele - un vero e proprio
monumentino in lega d’acciaio, opera dello scultore Simon
Benetton - che di ogni Alpino, caduto in guerra o morto per causa di servizio, recano
incisi, oltre al cognome e nome, il Comune di nascita, il reggimento di appartenenza il luogo e data di morte. Il
Bosco delle Penne Mozze è meta di pellegrinaggio degli Alpini di tutta Italia e loro
familiari, e non può che essere orgoglio per le Sezioni della provincia di Treviso.
Oltre ai vari raduni per particolari circostanze in settembre di ogni anno viene indetto
un raduno alpino, totalmente sentito, da impegnare notevolmente gli organizzatori.
L’iniziativa che ha avuto e che ha encomiabili apprezzamenti, è affidata ad un apposito
comitato presieduto dal prof. Mario Altarui - direttore del nostro periodico “Fiamme Verdi” - e del quale fanno
parte il rag. Marino Dal Moro (capogruppo di Cison di Valmarino, i cui soci lavorano appassionatamente da quindici
anni) e il geom. Lino Chies, attivo esponente della nostra sezione.
Nel 1974, il comm. Guido Curto, affetto da molto tempo da una grave malattia che lo aveva sempre più costretto all’immobilità, decise, amaramente di consegnare le proprie dimissioni da presidente della sezione. Il Consiglio Direttivo riunitosi d’urgenza, elesse in sua vece il consigliere prof. Giacomo Vallomy - ancor oggi in carica - e nominando il comm. Curto Presidente onorario.
L’eco della manifestazione del
centenario delle truppe alpine non si era ancora spento, che Conegliano vedeva vibrare per le sue vie migliaia di
penne nere e sventolare centinaia di tricolori: erano i giorni di grazia 20 e 21 settembre 1975; la Sezione volle
festeggiare con un grande raduno il suo 50° Anniversario di Fondazione. Ai manifesti
affissi per le strade e all’appello diffuso in maniera encomiabile dal quotidiano “Il Gazzettino”, la popolazione
rispose con tributo di omaggio e di applauso agli Alpini intervenuti da tutto il Veneto e
da altre sezioni d’Italia. Gli Alpini non si smentiscono mai, sono sempre gli stessi, con il loro spirito di corpo
innato, radicato, sentito, accomunano il brio, l’allegria della coscienza tranquilla e serena, che trova il
commilitone degli anni passati, l’amico col quale ha diviso tragedie dì guerra, fatiche della naja e prodezze di
conquiste. L’Alpino disse un giorno il nostro amato scomparso Presidente Nazionale Ugo Merlini,
è un uomo paziente, semplice, cordiale, ben disposto verso tutti, ma ha la testa dura, è
cocciuto, sa quello che vuole, è un giudice severo ed è anche un ribelle. Un ribelle ordinato e silenzioso contro
tutto quello che marcisce in Italia.
Sabato 20, nel teatro “Accademia’, si svolse una serata di cori con i complessi “Corocastel”
di Conegliano, “Valcanzoi” di Castelfranco Veneto, “Stelutis”
di Bologna e “I Cat” di Treviglio, i quali si sono esibiti
di fronte ad un foltissimo pubblico, tra cui il Presidente Nazionale Franco Bertagnolli,
il Vice Presidente Nazionale Saccardi, il rappresentante della sezione del Brasile
capitano Molinari, il nostro vecio capitano Giacomo Soravia -
unico socio fondatore ancora vivente,al quale, il giorno seguente venne consegnata una targa ricordo. La domenica 21
settembre la giornata s’era presentata meravigliosa di sole e di bandiere. Partecipò anche il Corpo Bandistico di
Conegliano che eseguì la canzone dei Grappa durante l’alzabandiera ai pennoni della Gradinata degli Alpini e l’inno
del Piave al Monumento ai Caduti durante la deposizione di una corona di alloro, poi
raggiunse l’ammassamento, in testa al corteo. La sfilata per le vie cittadine venne
aperta da un gruppo di cinquanta bandiere tricolori, seguite dal Vessillo della sezione scortato dai decorati di
medaglia d’argento. Il picchetto armato del 7° Alpini e la Banda della Brigata Alpina “Cadore”
resero gli onori. La Messa venne celebrata dal nostro cappellano don Giuseppe
Tonon. Seguirono brevi parole di saluto del presidente della sezione prof. Giacomo
Vallomy e del sindaco dott. Pietro Giubilato, mentre l’orazione ufficiale la tenne il dott. Guido Nobile, vice
Presidente Nazionale. Faceva lo speaker il simpatico alpino Cazzola, allora direttore
del giornale alpino “Quota Zero” di Venezia.
Dopo lunghi mesi di infermità il nostro Presidente onorario com. Guido Curto è andato avanti. Personaggio carismatico, il vecchio e caparbio capitano alpino che ci ha guidati per quasi vent’anni, ha dovuto arrendersi. Egli ci ha lasciati il 4 agosto 1976. I funerali si sono svolti a Domanins di Zoppola, ed ivi è sepolto ,con la partecipazione del sindaco di Conegliano dott. Giubilato e il Gonfalone del Comune - egli infatti fu anche sindaco per alcuni anni, nell’immediato dopoguerra - del Consiglio Direttivo della Sezione con Vessillo, di Alpini in rappresentanza dei gruppi con gagliardetti e molti amici.