Giornata del Tricolore: sull’iniziativa promossa dalla nostra Associazione
di ottenere l’istituzione di una giornata (lavorativa) del Tricolore siamo tutti d’accordo, il
dubbio è sorto sulle possibilità di riuscita di tale suggerita espressione unitaria di
amore alla Bandiera, poiché sarebbe umiliante se in una giornata dedicata
all’esaltazione dell’amore per la Patria, di Tricolori se ne vedessero pochi. La gente
bisogna prima educarla a determinate sensibilità, e la Festa del Tricolore può aver
indubbiamente questa preparatoria finalità, in attesa che maturi quella spontaneità che dovrebbe già venire adeguatamente coltivata prevalentemente nelle
scuole; ed è proprio a dotazione degli edifici scolastici che è frequente il dono che
gli Alpini fanno del pennone e della Bandiera, e ciò è tanto più apprezzabile di
molteplici costose iniziative che l’ANAS (Associazione Nazionale Alpini Samaritani)
lodevolmente ma non statutariamente escogita con mirabile instancabilità. Se
non si insegna a questo distratto popolo italiano che il Tricolore
riassume sacrifici e speranze di tante generazioni, che attraverso vittorie e sconfitte hanno lasciato a
noi, in nome della Bandiera, l’indiscusso onore di essere italiani e liberi, dubitiamo che
una Festa del Tricolore possa avere il meritato successo. Diverse sono state le iniziative da parte della sezione e
dei gruppi nel festeggiare e donare alle scuole la Bandiera. Proprio di recente e precisamente il 3 Novembre 1984:
grande festa alla Scuola Media «Brustolon». La sezione al fine
di celebrare degnamente l’anno del Tricolore, indetto dall’A.N.A.,
ha offerto alla scuola la Bandiera. Alle ore 11,30 lo spettacolo che si è presentato
davanti a noi è stato quanto di più lieto ed insieme di commovente si possa immaginare: i settecento alunni
schierati davanti alla scuola con i loro insegnanti, immagine augurale di un sereno futuro, e i numerosi cappelli
Alpini che spiccavano qua e là. Alle 12 il Parroco di
Parè, don Fausto circondato dal Preside prof. Mariani
e dalle numerose autorità, ha benedetto la bandiera che la madrina, professoressa Ester
Bernasconi Vallomy, per lunghi anni apprezzata insegnante alla “Brustolon”,
teneva sulle braccia.
Poi la suggestiva cerimonia dell’alzabandiera preceduta dalle note del silenzio fuori
ordinanza ed una breve allocuzione del nostro Presidente prof. Vallomy, che ha spiegato ai ragazzi il significato
della manifestazione, Il prof. Mariani ha ringraziato tutti a nome della Scuola. Però vorremmo essere anche noi a
ringraziare, perchè abbiamo visto ed ammirato questi ragazzi che hanno seguito attenti e compresi lo svolgersi della
cerimonia, ed abbiamo intuito quale opera di educazione e di formazione svolgono i loro
insegnanti: il nostro dono ha voluto essere un contributo a quest’opera.
Cerimonia della consegna alla scuola Media “Brustolon del Incolore.
Un amichevole e caloroso incontro tra gli Alpini della nostra sezione e quelli di Pescina del gruppo “Monte Parasano” ha avuto luogo ai primi di ottobre, in occasione dell’annuale festa di quel gruppo. Precedentemente a maggio, ben trentotto Alpini di Pescina in viaggio verso l’Adunata Nazionale di Trieste, hanno fatto sosta a Conegliano visitando la nostra sede e successivamente il Bosco delle “Penne Mozze”, rimanendone profondamente colpiti e commossi. Nelle due circostanze sono avvenuti scambi di doni: il gruppo di Pescina ha offerto una conca in rame sbalzato a mano con relativo mestolo pure in rame, prodotto artigianale locale, mentre la sezione di Conegliano ha fatto agli abruzzesi un originale omaggio, consistente in un quadro composto da piccole formelle di ceramica, in cui è stata incisa la “Preghiera dell’Alpino”, con l’emblema del castello di Conegliano e della Rocca di Pescina.
Alla fine di settembre si svolge al Rifugio Contrin un raduno alpino; l’incontro è giunto alla sua seconda edizione ufficiale dopo l’Adunata nazionale del 1926, poiché negli anni precedenti gli appuntamenti avvenivano secondo la spontanea volontà di alcuni. La nostra sezione partecipa di buon grado a tale manifestazione, con una rappresentanza di Alpini con il Vessillo. L’incontro avviene in un clima di grande serenità, di fronte all’incantevole cornice di valli e montagne. Tali convegni acquistano prestigio ed importanza per la presenza del Presidente nazionale, dei Comandanti delle truppe alpine, e per il ricordo ancora profondo e radicato dico- loro che sulle montagne si sono immolati, e per la volontà al rispetto, all’amore dell’ambiente montano.
Ai raduni intersezionali e sezionali, la sezione di Conegliano si è sempre dimostrata
sensibile, partecipando con una folta rappresentanza con il Vessillo.
Ultimamente è intervenuto a Bolzano, Spilimbergo, Cividale e perfino nella lontana
Sicilia a Palermo.
La rappresentanza della nostra Sezione a Palermo
Festa grande nella famiglia della nostra sezione, è nato il ventottesimo figlio: “Gruppo M.O. Pietro Maset” di Conegliano. La cerimonia ufficiale del battesimo è avvenuta il 14 ottobre 1984, in una cornice calorosa e straordinaria di Alpini, e di popolazione a cui facevano corona autorità civili e militari.
Nell’intessuto generale delle attività della sezione, non si può dimenticare l’incontro conviviale, che si ripete ormai da decenni, prima di Natale, dei dirigenti sezionali e capigruppo con gli ufficiali delle Brigate Alpine “Julia” e “Cadore” e le autorità civili e militari del luogo. L’ultradecennale esemplare iniziativa, ha lo scopo preciso di coltivare i rapporti di uomini che oggi, in abito civile, hanno riproposto all’attenzione della società la nuova figura dell’ufficiale alpino. A tale simposio profondamente sentito dai partecipanti, si manifesta lo spirito di cameratismo e di cordiale e fraterna amicizia.
Ricordiamo inoltre l’appuntamento che si danno i “veci” del Battaglione “Cadore”, l’ultima domenica di agosto, a Tai di Cadore. In quella circostanza essi vogliono essere vicini a chi occupa il posto, una volta loro, con gioviale serietà e serenità. L’incontro ottiene largo consenso e si traduce in un gran successo, - anche per interessamento di Molinari, segretario onorario dei “veci” del Cadore - ; molti sono i partecipanti della nostra sezione.
Nel 1984 per una coincidenza e per desiderio delle superiori autorità alpine, la cerimonia del giuramento solenne delle reclute della Brigata “Cadore”, inquadrate nel Battaglione “Belluno” e a riunione dei “veci” del Battaglione “Cadore”, si sono fuse in unica manifestazione a Santo Stefano di Cadore.
Il gen. Poli con il sindaco Bressan, con Molinari, il gen. Jean ed il ten. col. Comusso.
Anche “veci” del “Gruppo Conegliano” dell’Artiglieria da Montagna hanno preso la bella abitudine di trovarsi: l’ultima volta è avvenuto a Conegliano, il 17 giugno 1984, nel secondo loro raduno. E si ritrovano questi reduci, questi combattenti, alcuni dopo tanti anni... ormai con i capelli brizzolati o bianchi, con volti coperti di rughe, ma con gli occhi scintillanti, con il sorriso aperto e con i ricordi vivi.., come se fosse ieri.
Italo De Candido, pensionato statale è stato intatti insegnante elementare - che nella carriera militare, dopo diversi richiami
ha raggiunto il grado di tenente colonnello degli Alpini, appassionatissimo di
montagna che lo vede impegnato d’estate e d’inverno, ha pubblicato tre guide, edite da
Tamari-Bologna il noto editore del C.A.I. e dei più importanti alpinisti europei.
Nelle tre guide già uscite: “L'Anello del Comelico”, “L'Anello
di Sappada”, e “Anello Bianco”, descrive dettagliatamente, nelle prime, due “Alte Vie”,
da lui ideate, percorse, lavorate e talora ferrate sui confini del Comelico e Sappada.
La terza spiega un percorso sci-alpinistico che
comprende entrambe le zone. “Anello” significa oltre che “circolare” anche percorsi di un’ottantina di
chilometri sulle creste che videro il sacrificio delle Penne Mozze. Anche nell’estate del
1984 ha portato a termine il rifacimento dei sentieri di montagna con l’aiuto delle
Brigate Alpine “Cadore” e “Julia”. E' uscita di recente la 2a edizione del suo libro “L’Anello
del Comelico”.
De Candido partecipò a numerose gare di sci a livello nazionale e triveneto, ottenendo
lusinghieri piazzamenti.
All’anagrafe figura iscritto come Sante Mario De Marchi. Mario è
infatti amico carissimo e cordialissimo taverniere della Sezione. Senza di lui il pur ottimo vino che è
disponibile per i soci sarebbe meno gustoso, assai meno caloroso (malgrado la dotazione
delle “calorie”) risultando privo di principale carattere organolettico rappresentato dalla cortesia festosa che
Mario applica nel porgerti il bicchiere ripieno (dove “ri’ indica riempito più volte).
Taverniere per vocazione, Mario accoglie gli Alpini e simpatizzanti che frequentano la sezione ed annessa taverna,
con il suo bel faccione rubicondo che è il ritratto della salute, la sua vocetta
contrastante con la rilevante mole ma ugualmente gradevole, con la sua premurosa attenzione
affinché ogni ospite - fisso od occasionale - possa ripartire con il buon ricordo
dell’accoglienza ricevuta.
La Sezione è grata a Mario che sacrifica parte del suo tempo libero dal lavoro.
Di
recente Mario è stato insignito dell’onorificenza di cavaliere dell’ordine al Merito
della Repubblica.
Il comm. Giovanni Daccò, dopo il ritorno dalla
guerra, durante la quale combattè col 7° Alpini e nonostante suoi impegni
nella importante industria di cui è contitolare, ha contribuito efficacemente, ricoprendo
numerosi incarichi - tra cui quello di vice presidente dal 1945 al 1970 - allo sviluppo
della nostra sezione, alla quale tuttora si dedica.
Daccò è stato pure presidente della
Pro Loco di Conegliano dal 1970 al 1971, consigliere di
amministrazione del Patronato scolastico e Colonia Alpina “Vazzoler” dal 1953 al 1978, e
dal 1963 è presidente della Banda Musicale cittadina di Conegliano.
Sentiamo il dovere di rivolgere un pensiero di
gratitudine ai dirigenti e e ai componenti delle bande musicali, che in questi ultimi
venticinque anni si sono succeduti e si sono dedicati con encomiabile entusiasmo e spirito
di sacrificio, a tenere alto il tono delle nostre manifestazioni. E' a molti noto, che la banda
era sorta per iniziativa e volontà del Consiglio Direttivo della nostra sezione, con lo scopo di avere a
propria disposizione un complesso bandistico. Ci riferiamo alla banda degli anni sessanta, che
era denominata “Banda Città di Conegliano” e che era gestita da un comitato eletto in seno alla sezione
stessa, presieduto dal comm. Giovanni Daccò, impareggiabile trascinatore. Bisogna riconoscere che a quei tempi la
Banda, diretta dal bravo maestro cav. Giovanni Ceschin, aveva ottenuto lusinghieri
risultati in virtù di un programma ben definito di brani musicali artistici di gradimento anche ai più sprovveduti.
Infatti più tardi la Banda farà parte, con altre attività culturali musicali,
dell’Associazione Amici della Musica, e successivamente, separatasi si costituirà in “Filarmonica Coneglianese”, con
un consiglio autonomo composto di soci Alpini, presieduto sempre dal comm. Daccò.
Da alcuni anni, per merito soprattutto di Giovanni Carlet, capo del neo gruppo “M.O.
Pietro Maset”, alpino generoso e intraprendente, la Banda di S. Pietro di Fe- letto,
diretta prima dal cav. Ceschin ed attualmente dal maestro
GioBattista Zorgno, si è assunta l’impegno con entusiasmo e prodigalità di partecipare a tutte le nostre
manifestazioni. Tant’è vero che è soprannominata la “Nostra Banda”.
Un motivo di orgoglio non solo per la città di Conegliano, ma pure per la nostra sezione è ii complesso corale “Corocastel”,
fedele interprete dei canti popolari. Esso è formato da un gruppo di Alpini e di giovani
amici, che si sono fusi per dar vita ad una formazione corale con lo scopo di divulgare le “conte” della montagna,
che celebrano attimi di vita vissuta; di vita dura, reali, di morte anche, di amori dolci e malinconici, di lavoro
in miniera e di assalti alla baionetta, il tutto inquadrato ne meraviglioso scenario delle nostre vallate e delle
nostre montagne.
Sono evidentemente i valori assoluti della natura umana che non scadono mai, anche se ora la nostra società sembra volerli distruggere.
Questi valori, antichi quanto l’uomo, sono il legame che unisce ed affratella gli Alpini
e sono gli stessi che il Corocastel cerca di ridestare anche
negli ascoltatori più distratti. Dopo vent’anni di vita il
Corocastel, diretto dal dr. Toni Battistella presieduto, come già nel passato, da un alpino,
GianPiero De Marchi, può ritenersi soddisfatto per i lusinghieri apprezzamenti, e per
l’eccezionale successo ottenuto - a giudizio della critica - nell’ultimo suo disco “noi..,
cantando”.
La nostra sezione è onorata di aver avuto, fino dalla fondazione della nostra Associazione, tra i suoi soci diversi sindaci e vice sindaci di Conegliano, divenuti poi nostri presidenti o vice presidenti come Zava, Curto, Da Broi, Salvador, Travaini, non solo, ma anche ha avuto ed ha molti altri soci con l’incarico di presidente o vice presidente di enti ed associazioni, come ad esempio Vallomy, Daccò, Gai, Bozzoli, Brunello e De Zan.