ALPINI SEMPRE 1925-2015 - I 90 anni della Sezione di Conegliano |
1925-2015 |
Come per ognuno di noi, anche la
Sezione ha la propria infanzia contrassegnata da tre momenti distintivi:
concepimento (1923) - nascita (1925) - battesimo (1926).
Nel primo dopoguerra, quando
imperioso nacque il sentimento popolare di ricordare degnamente coloro che
avevano sacrificato la vita e la giovinezza per la Patria, anche a Conegliano un
nucleo di vecchie Penne Nere, reduci dai tanti campi di battaglia, decise di
fondare una propria Sezione ANA che fungesse da punto di riferimento per
l’intero territorio. Un primo percorso, fino al Novanta, qualificato da
Presidenti Combattenti e mai definizione fu più appropriata. Uomini, da
Gambi a Vallomy, i quali attraversarono come soldati combattenti al
fronte i momenti bellici, i più drammatici della Patria e che in seguito, con il
loro esemplare e personale impegno, contribuirono alla duplice rinascita
nazionale.
I primi timidi passi cominciano
già nel 1923 quando, pur in forma embrionale, germoglia l’idea di
costituire anche a Conegliano una Sezione Alpini. Ne L’Alpino n. 4, anno
V°, datato 25 febbraio 1923, (Presidente nazionale Arturo Andreoletti) si legge
infatti:
“Sezioni in costituzione: da
Conco (Vicenza), Gorizia, Conegliano e San Vito al
Tagliamento ci giungono notizie che volonterosi consoci stanno organizzando,
anche in quelle plaghe alpine, nuove Sezioni della nostra Associazione. Sicuri
di poter annunciare tra breve la nuova costituzione, inviamo fin d’ora alle
nuove realtà il nostro augurale saluto.”
Quindi, dopo una lunga e
capillare azione di promozione e di informazione, nel settembre 1925,
come dalla testimonianza diretta di Giacomo Soravia (anche se non ne
rammenta il giorno preciso), di cui è conservata la tessera di socio-fondatore,
i Padri costituenti, solo una trentina, si ritrovarono in un
locale pubblico vicino alla Stazione per eleggere il primo, seppur ad
interim, organigramma sezionale.
In una lettera inviata
all’allora presidente Vallomy e datata 22.09.75, in occasione del 50° di
fondazione, Soravia ribadisce: “Non posso, in questa occasione, distogliere
il mio pensiero, sempre memore e grato, ai miei amici alpini di quel lontano
settembre 1925, quella sparuta schiera di volonterosi che purtroppo non è più
tra noi, ma che allora ha lavorato sodo e con tanto entusiasmo per mettere in
piedi questa nostra cara Sezione.”
Oggi, quella sparuta schiera
va ricordata con reverenza:
Presidente: gen. Bartolo Gambi
Vicepresidente: Giovanni Piovesana
Segretario-cassiere: Giacomo Soravia
Consiglieri: Michele Terlazzi - Giuseppe Del Favero - Gerolamo Zava - Antonio Biffis - Aldo Sartori - Tiziano Serafin - Rinaldo
Nardi.
Gli altri cofondatori erano:
Serafino Albanese, Giovanni Baldan, Giobatta Bidasio degli Imberti, Giovanni
Borga, Nino Carraro, Ruggero Casellato, Luigi Chies, Gottardo Da Gai, Pietro
Dall’Anese, Emilio e Giulio Del Giudice, Albino De Grignis, Romeo Gaiotti,
Giovanni Gelera, Bernardino Ghetti, Otello Marin, Domenico Modolo, Gino Piccolo,
Giovanni Pol, Francesco Sartor (non ancora ordinato sacerdote), Emanuele e
Giuseppe Serafin, Lino Steccati e (manca il nome) Cima.
Secondo la prassi, il verbale
dev’essere poi stato inviato alla sede milanese dell’ANA, presieduta da Giuseppe
Reina, allegato alla richiesta ufficiale di costituzione, anche a Conegliano, di
una Sezione Alpini.
Una nuova Associazione d’Arma
incoraggiata anche dal gen. Mario Garrone, allora Commissario Prefettizio e poi
Podestà di Conegliano, sostenuto da una forte coalizione nazionalista di destra.
• Questo primo atto d’intenti
assembleare, che si concretizza con il tesseramento, viene perciò ritenuto di
fatto il certificato costitutivo e di nascita della Sezione.
La prima uscita del neonato sodalizio e di Gambi avvenne sicuramente l’8 novembre 1925 per accogliere il re Vittorio Emanuele III che giunse a Conegliano per l’inaugurazione, in località Monticella, dei Piloni della Vittoria eretti sui resti dell’Arco di San Sebastiano, eretto nel 1582 per celebrare il passaggio dell’imperatrice Maria di Spagna che alloggiò a palazzo Montalban, e demolito dagli Austriaci nel 1918, assieme al vicino Arco di San Rocco, per consentire il transito delle artiglierie pesanti dirette al Piave.
Conegliano 1925. Il re soldato Vittorio Emanuele III inaugura i Piloni della Vittoria.
Nella primavera successiva, dopo
aver ricevuto il nulla osta dal Consiglio Nazionale presieduto da Ernesto
Robustelli, il 28 aprile 1926 (data dubbia, come si vedrà poi) venne
indetta la prima Assemblea ufficiale alla quale parteciparono 26 soci
costituenti. I lavori si conclusero con la ratifica in toto del Consiglio
Direttivo in carica:
Presidente gen. Bartolo Gambi
Vicepresidente
Giovanni Piovesana
Segretario-Cassiere Giacomo Soravia (fino al 1929 quando emigrò in Francia) e poi Ruggero Casellato
Consiglieri Michele Terlazzi - Giuseppe Del Favero - Gerolamo Zava - Antonio Biffis - Aldo Sartori - Tiziano Serafin - Rinaldo
Nardi.
Purtroppo la documentazione rimasta nell’archivio sezionale è frammentaria o addirittura inesistente, rendendo oltremodo difficile la dettagliata ricostruzione di quegli anni ruggenti.
Conegliano 1926. I Padri costituenti dopo la prima assemblea ufficiale. Al centro il gen. Bartolo Gambi.
Lo stesso Ruggero Casellato, costituente della prima ora, in una lettera del 1962 conferma di ricordare in modo lacunoso quei giorni. Così egli scrive: “Era il 1926 (senza specificarne il giorno), ci siamo trovati io, Soravia, Piovesana, Sartori e Nardi e ne abbiamo deciso la costituzione in un caffè (non precisa quale) che c’era prima dell’albergo diurno di viale Stazione. Abbiamo quindi affidato la presidenza al generale Gambi al quale io ho fatto da segretario fino alla sua morte. Nell’autunno dello stesso anno abbiamo fondato il gruppo di Pieve di Soligo.”
Sempre in questa breve memoria, egli accenna alla grande partecipazione della Sezione di Conegliano all’Adunata di Roma nel 1929 con 350 convenuti, ma poi continua confessando di rammentare ben poco altro, nemmeno il mese in cui venne benedetto il nuovo gagliardetto (così nel testo) donato da Giacomo Soravia poiché nel 1931 dovette trasferirsi a Bressanone, dove si spense nel 1971, allentando i legami con Conegliano e i vecchi amici. Sempre scorrendo la missiva, si viene a sapere che Casellato, oltre a quella di Conegliano, contribuì a fondare le Sezioni altoatesine di Bressanone, Brunico, Vipiteno, Brennero e i Gruppi di Varna e Chiusa.
Dell’importante evento, così
scrive L’Alpino n. 8, anno VIII°, del 30 aprile 1926, fonte
ufficiale dell’ANA fondata nel 1919 dal ten. dell’8° alpini Italo Balbo, nel
1922 Quadrumviro alla Marcia su Roma e poi Eroe dell’aria con le sue trasvolate
oceaniche:
“Salute alla nuova Sezione di
Conegliano. A Conegliano, ridente città del Veneto posta tra il Piave e Vittorio
della Vittoria, e in vista del Grappa Sacro, si è costituita una nuova Sezione
della nostra Associazione. Domenica, 28 aprile 1926,
ha avuto luogo la prima assemblea che costituì una simpaticissima e numerosa
adunata di scarponi Veci e Bocia della regione, per la nomina delle cariche.
Venne eletto Presidente il gen. Bortolo Gambi, vecchio ed autentico scarpone. La
giovine Sezione si appresta già a dare prova della sua vitalità e attività e sta
preparando la festa d’inaugurazione del suo verde gagliardetto; dopo di che
potrà intervenire ufficialmente a tutte le adunate alpine e militari. E prima di
tutte alla prossima inaugurazione del monumento ai Caduti del 7°, a Belluno.
Salute alla Sezione di Conegliano ed auguri di vita fiorente.”
Anche la data ufficiale,
riportata da L’Alpino suscita qualche fondato dubbio, infatti il 28
aprile 1926 cadde di mercoledì e non di domenica.
Il refuso può trovarsi, quindi,
in
• errore di giorno: non
domenica 28 ma forse domenica 25 aprile;
• errore di mese:
quell’anno una domenica 28 la troviamo sia a febbraio che a
marzo.
Si può, comunque, cercare di
dirimere il dubbio procedendo a ipotesi per esclusione:
• il 25, o il 28 aprile che
sia, è troppo ravvicinato alla data de L’Alpino (30 aprile) che ne
riporta la notizia e che, presumibilmente, nella sua veste di periodico avrebbe
già dovuto aver chiuso l’impaginazione (come per il nostro Fiamme Verdi e altre
testate) almeno alcune settimane prima. Inoltre, il 25 aprile è la tradizionale
Festa di San Marco, a quei tempi fortemente radicata nelle consuetudini
popolari e destinata alle gioiose scampagnate e merende con familiari ed
amici più che a convegni d’altro genere;
• l’abbigliamento pesante
dei convenuti che attorniano Gambi, in cappotto, per la foto storica davanti la
fontana dei Cavai fa pensare ad una stagione ancora fredda
piuttosto che ad una giornata di primavera già iniziata (fine marzo) e tantomeno
inoltrata (fine aprile);
• gli (allora giovani)
ippocastani, specie arborea tra le prime a germogliare, che fiancheggiano la
Salita Caprera, o Salizà, sono completamente spogli e i rami non mostrano
alcun segno di gemmatura; anche i davanzali e le balaustre dei palazzi
retrostanti non espongono alcun vaso fiorito a significare che si è ancora in
pieno inverno;
• il 28 marzo era la
Domenica delle Palme, festa liturgica che apre la Settimana Santa e perciò
particolarmente sentita e partecipata, soprattutto nella processione, per essere
trascurata o profanata con concomitanti cerimonie civili e per di più
accompagnate dalla banda di Collalbrigo. Ma se anche fosse, dalla foto si nota
che nessuno dei presenti, tra cui i molti curiosi o intrusi senza cappello
alpino, porta il classico rametto di ulivo ricevuto in chiesa e da portare poi a
casa.
Da queste riflessioni, pur
opinabili, come data della costituzione ufficiale della Sezione, chi scrive
propende per domenica 28 febbraio.
Anche consultando la
documentazione conservata nell’Archivio Martelli, che riporta gli atti di
nascita delle Sezioni, non emerge nessun elemento incontrovertibile. Qui si
legge solo che: “Conegliano,
che dovrebbe essere stata costituita nel settembre 1925,
come dichiarato dalla stessa, risulta invece
costituita il 28 aprile 1926.”
Lo stesso storico coneglianese
Luciano Caniato in Storiadentro (2004), analizzando la vita cittadina del
dopoguerra, scrive dei natali del Club Alpino Italiano (1925) ma non fa alcun
cenno della Sezione ANA.
● Pur con qualche cono d’ombra
sulla data effettiva, il 1926 va considerato il battesimo ufficiale della
Sezione grazie al quale ora è riconosciuta, a pieno titolo e con tutte le
prerogative, quale figlia legittima della grande famiglia alpina. Infatti, ne
L’Alpino che riporta la forza dell’ANA alla data del 30 giugno 1926, tra le
58 Sezioni finora costituite, viene elencata anche quella di Conegliano
Veneto con 50 soci individuali.
Continuando, in una data
successiva, anch’essa imprecisa, come testimoniato da Soravia nelle sue memorie
e da lui donato, il nuovo vessillo fu benedetto dal cadorino don Pietro
Zangrando, leggendario e amatissimo cappellano militare del Val Piave
del 7° Alpini, in quegli anni parroco di Sospirolo (BL). Anche in questo caso,
si possono ipotizzare tre momenti significativi in cui la Sezione e
don Pietro si incontrano in cerimonie esclusivamente alpine e dove può
esservi stata la cresima ufficiale.
E ciò, tenendo conto della
difficoltosa viabilità di quel tempo. Strade, soprattutto di montagna, tortuose
e disagevoli; mezzi di trasporto, sia pubblici che privati, scarsi o
inesistenti; mancanza, ancora, del tratto ferroviario Vittorio-Polpet (Ponte
nelle Alpi) che sarà completato solo negli anni Trenta.
• 22 o 23 maggio 1926, a Belluno durante il raduno dei reduci
del 7° alla presenza del re Vittorio Emanuele III. Considerata l’urgenza del
riconoscimento per l’imminente arrivo di Emanuele Filiberto Duca d’Aosta, solo
il mese dopo, a Conegliano per l’inaugurazione del Monumento ai Caduti, questa
data, contestualizzata nelle motivazioni connesse e nell’articolo de L’Alpino
sopracitato, è ritenuta la più logica e probabile, in quanto le successive si
discostano troppo nel tempo;
• settimana 30 agosto-5 settembre 1926, al Contrin in occasione del Convegno (Adunata) nazionale;
• settimana 29 agosto-4
settembre 1927, all’Adunata di Pieve di Cadore.
Conegliano 1926. Emanuele Filiberto Duca d’Aosta inaugura il Monumento ai Caduti.
La figlia di Giacomo Soravia,
Anita, in appendice alla storia legata al primo gagliardetto-vessillo sezionale
ricorda questo curioso aneddoto: “Nel 1926 il papà, poco più che ventenne,
era il tesoriere della Sezione, ma in cassa soldi non ce n’erano. Allora ideò
uno stratagemma: chiese a suo padre del denaro con la scusa che doveva farsi un
vestito nuovo. Aveva appena ricevuto un telegramma da Treviso con cui il
prefetto Dentice lo nominava podestà di San Fior e non poteva certo presentarsi
davanti al Pretore per il giuramento con il suo vecchio abito da festa, ormai
liso. Invece del vestito nuovo acquistò il gagliardetto che poi portò in sede
tutto orgoglioso. Quando mio nonno lo venne a sapere, dapprima gli fece una
solenne ramanzina ma poi, conoscendone l’amore per gli alpini, lo perdonò… e
naturalmente arrivò anche il vestito nuovo.”
● con la benedizione del simbolo
sezionale, Conegliano riceve i crismi religiosi che completano
definitivamente il suo percorso costituivo.
In quel periodo, la forza effettiva della neonata Sezione contava solo qualche decina di soci e ancora nel territorio non si era costituito alcun Gruppo ufficiale. Gli albori non furono certo facili se ancora nel 1927 i soci, sempre scorrendo i dati nazionali raccolti da L’Alpino di quell’anno, erano appena 38. Per curiosità, gli alpini iscritti all’ANA, allora erano 16.374 in totale. Il recapito della Sezione di Conegliano era situato in via XX settembre all’allora numero civico 54.
Giovanni Daccò e Giacomo Soravia con il primo
gagliardetto, ora conservato in Sede.