ALPINI SEMPRE 1925-2015 - I 90 anni della Sezione di Conegliano

1925-2015

GEROLAMO ZAVA (1938-1943 e successivamente 1945-1955)


1939. Gerolamo Zava. La dedica dice:
Gli Alpini del Btg Conegliano al loro Comandante.

Nato a Cison di Valmarino nel 1880, Gerolamo Zava si laureò in giurisprudenza a Bologna dove si era iscritto nel 1899, provenendo dall’Università di Padova per seguire lo specifico corso di Diritto internazionale.
Con Regio Decreto del 1912 fu nominato Cavaliere quale ex membro della Giunta provinciale amministrativa.
Partecipò alla Grande Guerra con il grado di tenente, ricoprendo incarichi amministrativi e di collegamento con i comandi alleati.
A conferma, durante le lunghe trattative legate alla pace di Versailles, fece parte, in veste di consulente giuridico, della Commissione Alleata per la stesura definitiva del Trattato firmato da tutte le potenze belligeranti il 28 giugno 1919.
Per alcuni anni, dovendo seguire prima i lavori della Conferenza, poi gli sviluppi della crisi fiumana e infine la costituzione della Società delle Nazioni, trasferì la sua residenza a Parigi portando con sé la famiglia.
Rientrato a Conegliano nel 1921, guidò provvisoriamente la città nel tormentato dopoguerra, sostituendo il commissario prefettizio Mario Garrone, fino all’ottobre 1922 quando, con la Marcia su Roma e il primo governo Mussolini, si assiste anche ad una radicale trasformazione delle amministrazioni comunali. Successivamente venne nominato podestà di Cison di Valmarino, che gli dedicherà una via, e poi ancora di Conegliano.
Nel 1925 fu uno dei padri fondatori della Sezione che guidò facendo le veci di Bidasio degli Imberti, gravemente ammalato, nel 1938. Dopo una parentesi incerta (Piovesana?) l’anno dopo lo troviamo Comandante (presidente) nominato da Manaresi, come riporta chiaramente L’Alpino datato 15 aprile 1939. Col grado di colonnello comandò, nel periodo bellico 1940-43, il deposito del 7° Alpini allocato a Belluno.
Caso quasi unico di ufficiale di complemento a fregiarsi di alti gradi ed assegnato a incarichi così importanti.
Dopo la forzata stasi bellica, venne riconfermato presidente a conclusione dei lavori assembleari tenutisi nella sala superiore della Trattoria Nazionale il 26 agosto 1945.
Durante la sua presidenza, nel dopoguerra si costituirono alcuni nuovi Gruppi e i soci si moltiplicarono velocemente grazie anche al suo contagioso proselitismo.
Uomo di alto profilo morale e civico, l’avv. Zava, che aveva lo studio in Salita Caprera (fontana del Nettuno-Salizà), fu decorato della Croce di Cavaliere della Legion d’Onore, della Croce di Malta e della Commenda Mauriziana. Morì il 9 gennaio del 1960.
Così lo ricorda Renato Brunello: “Fu sempre presente in tutte le manifestazioni culturali, umano-sociali, patriottiche e ricreative che nella serenità e nella fratellanza, qua e là, illuminavano l’incomparabile figura dell’Alpino. Senza retorica, con la semplicità di comuni mortali, con Zava le Penne Nere cercarono la conversazione e la trasmissione degli ideali e dei valori che le animavano.”


1919. Gerolamo Zava al Trattato di Saint Germain

Gerolamo Zava - Grande Guerra

Gerolamno Zava - II guerra mondiale

Gerolamo Zava - podestà
di Conegliano e Cison

Le decorazioni di Zava
 

Il presidente Zava a Calalzo di Cadore
 

1939

• a Irma in Valtrompia, è ultimata la Casa dell’Alpino, destinata come casa vacanze ad ospitare gratuitamente i figli bisognosi di Caduti alpini. È la prima iniziativa del genere realizzata con i fondi raccolti presso le Sezioni. Anche Conegliano fa la sua parte con una donazione.

1940

• 3 giugno, una settimana prima della dichiarazione di guerra, a Torino si tiene la 21ª Adunata Nazionale. L’ultima a chiudere un’epoca. I partecipanti più giovani, gli ufficiali e i graduati hanno già ricevuto la cartolina di chiamata alle armi e si preparano a partire per il fronte. Tutti pensano che la guerra sarà di breve durata, come va dicendo il Duce: gli alleati tedeschi hanno sfondato la Maginot, la Francia ormai è in ginocchio e gli Inglesi si sono ritirati nella loro isola. Il clima è festoso, da parata… purtroppo gli sviluppi bellici riserveranno all’Italia un esito drammaticamente opposto.

• Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, in Sezione operavano 7 Plotoni (Gruppi) organizzati: Conegliano, Ogliano, Pieve di Soligo, Susegana, San Vendemiano, Collalbrigo e San Pietro di Feletto.
I soci sono 350 circa.

Con la morte sul fronte greco-albanese di Giovanni Piovesana, l’impegno militare di Gerolamo Zava, l’arruolamento di tanti iscritti e l’andamento della guerra che diventava sempre più drammatico; con l’invasione alleata del suolo nazionale e l’occupazione tedesca, tanto da sfociare in un epilogo fratricida quando le strade degli italiani si divaricarono drammaticamente, l’attività della Sezione ebbe un lungo periodo di stallo. Soltanto a Roma, nella sede nazionale, fu mantenuta una modesta attività. Il governo Badoglio nominò un Commissario nazionale, Marcello Soleri, il quale però “non poté prendere possesso della carica se non dopo la liberazione di Roma (4 giugno 1944). Nel periodo luglio 1943-giugno 1944, infatti, la sede nazionale dell’A.N.A. nella capitale fu retta dal Segretario Giuseppe Giusti, effettivamente il factotum.”

Quando finalmente ritornò la pace i Gruppi ancora in piedi, ma di fatto inattivi e solo sulla carta, sono quattro: Conegliano, Ogliano, Susegana e Collalbrigo.
E come vent’anni prima, molti giovani mancano all’appello. Fratelli e amici anch’essi, come i loro padri nella Grande Guerra, che dovevano essere scritti nel grande libro della memoria… e gli Alpini, che le tante croci raccolte sulla Vojussa e sul Don custodivano nel cuore, tornarono ad organizzarsi, pur gradualmente, più forti e determinati di prima. Difatti, solo pochi mesi dopo…
la ripresa
domenica 26 agosto 1945 venne indetta la prima Assemblea del dopoguerra, anche se con pochi partecipanti, presso la storica Trattoria Nazionale (o Al Puntiglio di Borgo Allocco), che fungeva da consueto ritrovo delle Penne Nere coneglianesi.

 
Due storici ritrovi delle Penne Nere coneglianesi

Francesco Travaini, Giovanni Daccò e il ten. col. Camaggi della Staccata d’Artiglieria furono i promotori e trascinatori della ricostituzione, eleggendo il nuovo organigramma con l’avv. Gerolamo Zava alla presidenza. Così ebbe ad esprimersi, con tono accorato, davanti all’esigua ma determinata Assemblea: “Carissimi amici alpini, ci ritroviamo in uno dei momenti più tristi della nostra amata Italia. Piange il nostro cuore al pensiero di coloro che non sono tornati alle loro case, alle loro famiglie dai fronti francese, greco, balcanico, africano, russo. In particolare il magg. Giovanni Piovesana, eroe di guerra, per molti anni nostra esperta guida e grande comandante della Sezione i cui resti sono ancora là in Albania. Ma noi siamo qui affinché il loro spirito continui a vivere in noi che custodiamo le loro gesta sublimi. Ancora una volta la Patria, ferita-mutilata-divisa, ha bisogno di noi. Coraggio amici alpini, calziamo nuovamente gli scarponi e rimettiamoci in marcia con lo zaino in spalla, con la testa alta.”

Doveroso è ricordare i protagonisti di quella storica seduta i quali, raccogliendo l’esortazione del Presidente Zava, diedero il via al risveglio e alla ripresa attiva della Sezione:
Presidente col. Gerolamo Zava
Vicepresidente Francesco Travaini
Segretario Guerriero Vascellari
Consiglieri Giovanni Daccò - Bruno Moras - Giovanni Borga - Albino De Grignis - Tullio De Vido - Nino Dalla Zentil - Riccardo Romiati.
Cappellano don Francesco Sartor.
I soci effettivi non superano il centinaio.

Il presidente Gerolamo Zava ha l’onore di tenere a battesimo i primi Gruppi della rinascita.

1946

• comincia ad aprire la lista Solighetto, costituito da Giovanni Pansolin (Nane Palto), figura emblematica di grande alpino.
Originario del luogo, arruolato nel btg Tolmezzo dell’8° della Julia, partecipò dapprima alla Campagna di Grecia e quindi inviato sul fronte russo con il grado di Caporal Maggiore.
Nel momento cruciale dell’offensiva nemica sul Don con la conseguente ritirata delle nostre truppe alpine, egli si distinse per atti di abnegazione verso i commilitoni in difficoltà e azioni di valore contro le preponderanti forze sovietiche tanto da guadagnarsi sul campo la Medaglia di Bronzo (D.M. 29.05.1954) con la seguente motivazione: “Nel corso di una violenta azione intesa ad infrangere l’accerchiamento nemico, con slancio ed ardire guidava ripetutamente i propri uomini all’assalto. Avuta quasi distrutta la sua squadra, non desisteva dalla lotta, ma, riuniti un gruppo di superstiti, conscio della gravità del momento, si lanciava ancora all’assalto delle soverchianti forze avversarie. Postojalowka-Don, 20 gennaio 1943.” E proprio a Solighetto, nell’atto di fondare il locale Gruppo Alpini, Giovanni Pansolin, uno dei pochi a rientrare dalla Russia e dal successivo internamento nei lager tedeschi, ebbe la grande intuizione di onorare degnamente tutte le Penne Mozze di quella drammatica epopea con una specifica cerimonia, la decana d’Italia, nell’anniversario della fatidica battaglia di Nikolajevka, alla quale egli stesso prese parte, e che dal 1952 diventerà cerimonia ufficiale della Sezione di Conegliano.
La benedizione del primo gagliardetto dedicato a Floriano Ferrazzi, capitano medico, medaglia d’argento al V.M., avvenne in forma solenne il 2 settembre 1951.


1950. Solighetto, commemorazione di Nikolajewka

• il 20 ottobre, le 49 Sezioni sono convocate a Milano per l’approvazione dello Statuto e le elezioni. Ivanoe Bonomi, già commissario ad interim, viene eletto Presidente nazionale.

1947

• nasce il Gruppo di Vazzola, per primo a guidarlo è nominato Antonio Maschio, alpino combattente del 7° nella Grande Guerra, durante la quale venne ferito e fatto prigioniero sul Col Bricon. Decorato di Croce di Guerra e Medaglia di Bronzo al Valore. Morirà pochi anni dopo, sostituito da Giovanni Bonotto, artigliere del 3° dapprima sul fronte francese e poi greco-albanese.

1948

4 ottobre, a Bassano si svolge la 22ª Adunata Nazionale, la prima in era repubblicana, che culmina con la riapertura dello storico Ponte degli Alpini, ricostruito proprio dalle Penne Nere. L’antico ponte palladiano fu fatto saltare dai partigiani della brigata Martiri del Grappa comandati da Primo Visentin, Masaccio, il 17 febbraio 1945 per evitare che gli alleati, per distruggerlo, bombardassero anche tutta la città provocando innumerevoli vittime civili. Primo Visentin, M.O. della Resistenza venne ucciso, in circostanze poco chiare come Pietro Maset, a Loria il 29 aprile 1945 da una raffica sparata alle spalle mentre procedeva al disarmo di un reparto tedesco.
A quella data, i soci della neonata ANA sono solamente 13.478, mentre nel 1940 erano oltre 100 mila.

• 24 ottobre, la Sezione organizza a Conegliano il suo primo Raduno Triveneto. Nell’occasione vengono decorate di Medaglia d’Argento le bandiere di guerra dei btg Belluno, Cadore, Feltre e Val Cismon del 7° della Pusteria, reparto d’eccellenza nato proprio a Conegliano nel 1887, per il loro eroico comportamento in guerra. Assieme a centinaia di reduci, presente vi era anche il col. Frati che aveva comandato il reparto nella campagna di Grecia. Da ricordare che il 7°, disciolto nel 1943, sarà ricostituito nel 1953 alle dipendenze della neonata brigata Cadore.

1950

15 ottobre, secondo Raduno Triveneto. Nell’occasione, con una grande cerimonia, alla quale partecipa l’intera città, si svolge l’inaugurazione della rinnovata Salita della Pescheria Vecchia che prende la nuova denominazione di Gradinata degli Alpini. A marcarne il gesto vi è la posa ai lati di targhe bronzee in onore delle divisioni Taurinense, Tridentina, Julia, Cuneense, Pusteria e Alpi Graie benedette da mons. Francesco Sartor.


1950. Conegliano, inaugurazione Gradinata degli Alpini.

• si costituisce il Gruppo di Gaiarine. Inizialmente aderisce alla Sezione di Pordenone ed è, infatti, tenuto a battesimo dal Presidente Guido Scaramuzza. Capogruppo allora era Giovanni Bertagna. Entra a far parte della Sezione di Conegliano nel 1971. I più anziani ricordano ancora il momento in cui, in una cerimonia ufficiale, il Presidente pordenonese Scaramuzza consegna il Gruppo nelle mani di Curto, augurando “prospera e lunga vita associativa agli amici alpini di Gaiarine- e auspicando che -non abbia mai a spezzarsi il cordone ombelicale che li lega.”

1954

• si forma il Gruppo di Soligo, intitolato alla M.O. Sante Dorigo, la cui figura di soldato e di uomo viene celebrata dalla grande oratoria del prof. Giacomo Vallomy, vice presidente sezionale.
Così il Gazzettino del 29 giugno ne descrive il battesimo: “Si diceva che la data per questa adunata era stata scelta male; che il caldo e i lavori improrogabili dei campi avrebbero arrischiato di compromettere la manifestazione che gli scarponi del Gruppo Soligo con a capo il ten. Desiderio Viezzer, andavano da lunghi giorni preparando. Invece il richiamo della Penna è stato ancora il più forte ed i robusti contadini di questi colli, che han dato alla Patria alpini leggendari, hanno lasciato ancora per un giorno il grano maturo ad indorare al sole, hanno abbandonato falci e pompe, e indossato il cappello sono scesi all’adunata. …il prof. Vallomy ha saputo parlare da alpino ad alpini, ha puntualizzato efficacemente il valore e il significato profondamente umano e fraterno di queste manifestazioni, che non sono mai una esaltazione della guerra, poiché nessuno l’odia come gli Alpini. …eppure, anche se partono moccolando, gli Alpini sanno fare fino in fondo il loro dovere nel silenzio e nella semplicità delle loro anime che ignorano il compromesso e la viltà.” Il prof. Desiderio Viezzer, maggiore degli alpini, rimase in carica fino al 1983 sostituito da Gianfranco Calderari.
Nel 2014, in occasione del 60°, a Sante Dorigo sarà scoperto un busto bronzeo a grandezza naturale, opera del noto scultore Carlo Balliana, conosciuto dalla critica d’arte come lo Scultore del vento.

• Alla fine del 1954, quando ormai si prospetta il cambio alla presidenza, la Sezione conta otto Gruppi. L’opera di proselitismo è, però, appena all’inizio e i soci non superano ancora le 600 unità.


1950. Conegliano, inaugurazione Gradinata degli Alpini.

 

(segue)