"AD EXCELSA TENDO"


Maggio 1961

Sintesi storica del 7° Alpini

Ai tempi in cui Giuseppe Perrucchetti, capitano di Stato maggiore, prospettò la fondazione del Corpo degli Alpini, dopo aver studiato attentamente la campagna del 1866 e constatato che gli svantaggi dell’esercito italiano erano dovuti alla convinzione che la difesa della frontiera del nord dovesse trovare applicazione dalla pianura.
In uno studio del maggio 1872 su «La difesa di alcuni valichi alpini e l’ordinamento militare territoriale nella zona di frontiera», Perrucchetti suggerì di iniziare la difesa nelle Alpi, mediante l’istituzione di una truppa speciale reclutata in zone montane e quindi maggiormente idonea a sopportare una lotta armata tra i monti.
A quel tempo Perrucchetti contava oltre dieci anni di naja poiché, nato a Cassano d’Adda nel 1839, si arruolò volontario a vent’anni e si dedicò in modo particolare allo studio dei confini di Italia pubblicando, tra l’altro, le interessanti monografie «Dal Friuli al Danubio» nel 1879, «Il Tirolo» nel 1881 e «La difesa dello Stato» nel 1884; divenne insegnante di geografia presso la scuola superiore di guerra, generale comandante delle Divisioni di Firenze e Milano e, infine, senatore del regno.
Quando morì, a Cuorgné (nei pressi di Torino) nel 1916, il «La Marmora degli Alpini» ebbe la consolazione di vedere l’utilità della sua proposta di molti anni prima, anche se non ha potuto godere della vittoria conclusiva in buona parte dovuta ai suoi soldati col cappello dalla penna nera.
Il seme gettato con il citato ampio studio pubblicato nella «Rivista Militare Italiana» aveva celermente dato il frutto grazie al Ministro della guerra Gen. Ricotti Magnani; l’istituzione del corpo degli Alpini venne decretata il 15 ottobre 1872 e funzionò regolarmente dal successivo anno mediante quindici compagnie distrettuali formale da soldati provenienti dalla fanteria e dai bersaglieri e che lasciarono il chepì per il cappello alpino.
I quindici raggruppamenti alpini vennero dislocati in Piemonte, Lombardia e Veneto: in particolare, la 14a compagnia ebbe sede immediata a Treviso e la 15a a Udine.
Le compagnie riunite in quattro «Reparti» giunsero presto ad essere 72 per cui, nel 1875, vennero inquadrate in venti battaglioni e successivamente in sei reggimenti.
Il 6° Reggimento Alpini venne ad avere un Battaglione «Cadore» formato dalle compagnie 65a, 66a, 67a e 68a e comandato dal Ten. Col. Nicola Conti-Vecchi che proveniva dal 5l° Fanteria.
Il Btg. «Cadore» aveva la propria sede estiva a Pieve di Cadore e d’inverno si portava a Conegliano.
In base al decreto del 10 luglio 1887 7° Corpo vene ridimensionato a ventidue battaglioni per cui il 6° Alpini cedeva il Btg. «Cadore» col quale VENNE ISTITUITO IL 7° REGGIMENTO ALPINI A CONEGLIANO il 1° agosto dello stesso anno; il comando venne assunto dal colonnello Angelo Fonio che lo conservò per cinque anni.
Deve essere stata una gran bella festa quel giorno qui a Conegliano e qualche vecchio coneglianese ricorderà forse la bevuta inaugurale dei primi «bocia» del 7°.
Non erano però tutti presenti gli alpini del nuovo reggimento.
Le compagnie 64a, 65a e 66a formarono il battaglione «Feltre», la 67a, 68a e 75a il «Pieve di Cadore» mentre il Btg. «Gemona» venne composto con le compagnie 69a, 70a, 71a e 72a. All’atto della costituzione in Conegliano, la 69a compagnia del «Gemona» si trovava già dal 23 marzo in Africa, col Corpo di spedizione del generale Baldissera ed inquadrata nella terza Brigata di San Marzano «1° Battaglione Alpini d’Africa».
Per il 7° Alpini le rogne son cominciate con la nascita e il battesimo è stato veramente di fuoco; battesimi e cresime succedutisi con tremendi ricorsi in tante, in troppe guerre, ma che danno modo ai «bocia» di oggi di non vergognarsi, ma di andare invece orgogliosi delle fiamme verdi che portano e del magico numero che fregia l’aquila del loro cappello d’alpino: il 7°!

UNO DELL’8° JULIA

(continua sul numero di dicembre)