Inaugurato l'8 ottobre 1972,
il Bosco delle "Penne Mozze" è situato in una posizione panoramica delle
prealpi trevigiane a Cison di Valmarino. Il memoriale con il primo gruppo di stele intitolate ai Caduti Alpini della provincia di Treviso venne benedetto il sabato precedente dal vescovo di Vittorio Veneto, mons. Antonio Cunial - cappellano alpino nell'ultimo conflitto. La domenica, di fronte ad una stupenda cornice di Alpini e familiari di Caduti, dopo l'alzabandiera e gli onori militari, si è svolto il rito inaugurale con il saluto del sindaco di Cison di Valmarino Marcello De Rosso, la S. Messa celebrata dall'ufficiale alpino mons, Paolo Chiavacci, il discorso del Presidente della Sezione di Vittorio Veneto dott. Giulio Salvadoretti e l'orazione ufficiale del sottosegretario di stato on. Francesco Fabbri, in rappresentanza del governo. L'idea di creare questo stupendo memoriale fu lanciata da Mario Altarui dal nostro giornale "Fiamme Verdi" nell'autunno del 1968, e ribadita con altri articoli, fino alla costituzione di un apposito comitato che ha reso possibile l'inaugurazione del Bosco, in occasione del centenario di fondazione del Corpo degli Alpini. Da allora ogni anno, viene collocato un certo numero di stele, attualmente oltre 2500. 1972- Inaugurato il Bosco delle Penne Mozze
sito
ufficiale: www.boscopennemozze.it |
Il bosco, divenuto opera veramente grandiosa, raccoglie le stele - un vero e proprio monumentino in lega d'acciaio opera dello scultore Simon Benetton - che, di ogni Alpino caduto in guerra o morto per causa di servizio, recano inciso, oltre al cognome e nome, il Comune di nascita, il reggimento di appartenenza, il luogo e la data di morte.
Il Bosco delle Penne Mozze è meta di pellegrinaggio degli Alpini di tutta Italia e loro familiari, e non può essere che orgoglio per le Sezioni della provincia di Treviso.
L'ultima domenica di agosto di ogni anno si tiene il raduno Pellegrinaggio al Bosco
Questo Memoriale, nato per volontà dei compianti Mario Altarui e Marino Dal Moro raccoglie oggi oltre 2400 "stele nominative" (Fiamme Verdi dicembre 1999)
Dal settembre 1998, ogni sera all’Ave Maria, una campana votiva suona in ricordo di tutti gli Alpini caduti.
LA
PREGHIERA Penne Mozze del mio cuore, ricordate su a Cison con un albero e una stele, erba, roccia e pochi fior. Morti d’Africa e di Libia E dell’Alpi e mari ancor Grecia, Russia e dei Balcani Ch’el Cristo ve varda ch’el vento ve basa, che i alberi canta al sol e a la luna canson vecie e nove de requie e de gloria, o pena spacada t’à fato la storia Penne Mozze per l’onor! |
Il Cristo delle Penne Mozze. |
Monumento simbolo delle Penne Mozze |
Monumento a Maria, per ricordare il dolore di tutte le madri |
Monumento-altare con i resti della statua dell'Alpino distrutta a Brunico |
Il sogno, o meglio l'idea di Mario Altarui, la quale venne suffragata, senza
indugio, da Giulio Salvadoretti, indimenticabile presidente della sezione alpini
di Vittorio Veneto, dal sindaco di Cison Marcello De Rosso e dal capogruppo di
Cison Marino Dal Moro vien , pian piano, realizzata: rimane e rimarrà un
retaggio, un patrimonio invidiabile ed inviolabile.
Troveranno nel loro cammino la solidarietà, la collaborazione, l'aiuto morale,
materiale ed economico di molti alpini ed amici delle sezioni di Conegliano,
Treviso, Valdobbiadene e Vittorio Veneto.
L'ispirazione
di Mario divenne palese sino dall'ottobre 1968, attraverso un editoriale da lui
pubblicato nel periodico della sezione di Conegliano "Fiamme Verdi" e
ribadito, successivamente, con altri articoli.
Desidero, dopo ventotto anni, riportarne un compendio.
Sotto il titolo:
“IDEA MATTA, PERO'”
... egli scrisse:
“... La nostra
organizzazione dovrebbe essere in grado di raccogliere meticolosamente i tanti
nomi degli alpini della provincia, e formare un ruolino provinciale delle Penne
Mozze, certamente lungo... Un albero per ogni Caduto Alpino della nostra Marca
Trevigiana e possibilmente ben identificato col nome: un grande schedario delle
Penne Mozze... Sarebbe commovente poter ammirare di lontano il “Bosco degli
Alpini morti” e poter inoltrarsi ad ascoltare il sussurrio delle foglie e il
vento, che come un'anima enorme e collettiva respira, soffiando in questa sacra
selva di piante; e, ancora, sapere che questo bosco contribuisce a proteggere la
pianura, trattenendo con le crescenti radici l'acqua del disgelo montano per
distribuirla, gradualmente benefica, alle sottostanti attività dell'uomo:
immaginando almeno per un attimo, con commossa e per nulla sacrilega
considerazione, che sono i nostri Alpini Caduti a trattenere - con le loro
braccia affondate nella terra - l'impeto delle acque che altrimenti
travolgerebbero le nostre opere quaggiù, e che tengono vigorosamente
imbrigliate le rocce che disastrosamente franerebbero sui villaggi dei vivi.
Mi
scuso con i Morti se mi appello a Loro per aggiungere un motivo sentimentale ai
già consistenti argomenti logici, ma tanto vorrei che un'opera così essenziale
venisse realizzata nel ricordo dei nostri Caduti Alpini...
L'ho detto fin da principio che è un'idea matta; però …”
Foto tratte dal volume
IL BOSCO
delle
PENNE MOZZE
per non dimenticare
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