Presidente: Curto cav. uff. enot. Guido
Vice presidenti: Daccò cav. Giovanni, Travaini avv. dott. cav. Francesco
Cappellano sezionale: Mons. Francesco Sartor - Protonotario Apostolico
Segretario: Piaia Raimondo
Consiglieri: Altarui prof. dott. rag. Mario, Barazza enot. cav. Gino, Barel Giuseppe, Cremonesi enot. Catullo,
De Marchi Sante Mario, Martinelli cav. Umberto, Moretti Adriano, Piaia Lauro,
Rosso cav. Sante, Sardi lng. dott. Roberto, Serafin ten. col. Tiziano, Vallomy prof. dott. cav. Giacomo
Giunta di scrutinio: Dal Vera geom. Tino . presidente, Pollastri enot. Mario, Sartor Renato
Revisori dei conti: Barale Marcello - presidente, Moras Bruno,Soravia Giacomo
La vita della sezione, come possiamo constatare, non aveva soste, anche perchè molto c’era da fare; i gruppi
dovevano essere seguiti assiduamente dai preposti, in considerazione anche del continuo incremento di forze nuove,
che venivano congedate dal Corpo Alpino. Gli incontri oonsigliari e assembleari avvenivano in un clima sempre più
responsabilizzato ed animato, con l’obiettivo principale di salvaguardare il buon nome della nostra grande fameja
alpina. Venne, anche a quei tempi, rassodato il principio che tutti i soci dovevano essere messi al corrente di
tutto ciò che accadeva e veniva detto, attraverso la pubblicazione su “Fiamme Verdi” - (come ad esempio l’integrale relazione annuale del
presidente).
Una simpatica cerimonia si è svolta il 16agosto1961 a Calalzo nella Chiesetta degli Alpini in 5. Francesco d’Orsina, dove i bambini della Colonia «Vazzoler» del Patronato scolastico di Conegliano si sono recati in corteo dalla loro sede di Pieve di
Cadore. Le rappresentanze sono state ricevute dal presidente del Patronato cav.
Gino Barazza. Da Conegliano era giunto Mons. Francesco Sartor che ha celebrato
a S. Messa commemorando poi il centenario nazionale e ricordando in particolare l'apporto
delle comunità Cadorine e degli Alpini per l’unità della Patria. Oltre al vice presidente della nostra sezione cav. G. Daccò con vari consiglieri sono intervenuti
i soci Bruno Moras per i revisori dei conti e l’enot. Mario Pollastri della giunta
di scrutinio, con il vessillo sezionale. Erano pure presenti il rappresentante della Magnifica Comunità cadorina e del Comune
di Calalzo, l’ins. Raimondo Piaia per il Comune di Conegliano, il s.Ten. Bellini del 7° Alpini, in rappresentanza della tenenza
dei carabinieri di Pieve e molti altri.
Dopo la S. Messa i bambini coneglianesi, Alpini di domani, hanno deposto dei fiori
sul sarcofago dei Caduti delle guerre per l’indipendenza, sulla tomba del cappellano
alpino Don Pietro Zangrando e sulla lapide dei caduti per la liberazione. La
manifestazione è poi continuata a Pieve di Cadore ove si è conclusa con la visita
del Prefetto di Treviso Dott. D’Addario che è stato ricevuto dai dirigenti del Patronato
e della Colonia. S. E. il Prefetto, che era accompagnato dal cav. rag. Camillo
Vazzoler tutore generoso dell’opera che reca il nome del caro scomparso, ha concluso
la bella serie di cerimonie con una distribuzione di dolci ai bambini ospiti
della bella colonia alpina di Conegliano.
Il 17 novembre 1961 decedette il ten. col.
Bernardino Ghetti, classe 1880, consigliere della nostra sezione negli anni trenta, era studente universitario quando venne chiamato
alle armi e inviato al corso accelerato di allievi ufficiali. Nel corso
della battaglia dell’Ortigara, il 10giugno 1917 meritò la medaglia di bronzo sul
Monte Campigoletti; nell’ultima fase del conflitto, diventato capitano, partecipò a
numerosi combattimenti svoltisi sui Solaroli. Dopo la guerra d’Abissinia venne richiamato
col grado di maggiore e fu in Africa orientale dal 1936 al 1937, al comando
di un battaglione di ascari nelle operazioni contro i ribelli in Dancalia e nel Goggian.
Tenente colonnello nella guerra 1940-43, Bernardino Ghetti comandò il presidio
militare di Albona d’Istria. E sepolto a Pieve di Soligo suo paese natale.
Il 23 settembre 1962 grandiosa adunata ad Asiago dei “Veci” della divisione “Pusteria”, alla quale, oltre a cinquecento nostri soci, intervennero il presidente della sezione comm. Curto e i vice presidenti avv. Travaini e il cav. Daccò. Il 21 ottobre dello stesso anno grande incontro provinciale a Molta di Livenza, nel 90° di fondazione del Corpo Alpino, e in occasione del battesimo del gagliardetto di quella città La nostra sezione partecipò con Vessillo e numerosi gagliardetti, meritandosi elogi per il compatto e massiccio intervento.
Dannati ad una sorte feroce tormentati, aizzati dagli elementi e dalle necessità, si fanno a poco a poco una nicchia nel loro inferno, e ci si crogiolano, e si consolano con canzoni vinose e nostalgie di case, si adattano: ed hanno voglia di ridere, e di canzonare, sé e gli altri. Tirano moccoli come se piovesse, ma il giorno prima della battaglia si vanno a confessare devotamente dal cappellano; parlan male dei superiori, ma guai se li sentono criticare dagli altri, e li seguono con filiale fiducia il giorno che li portano a morire, Se la granata o la pallottola li piglia, eccoli assunti d’un colpo nel cielo degli eroi, senza aggettivi. Ma se tornano vivi, qualche volta si ritrovan fra loro a contare il gruzzoletto dei loro ricordi ineffabili; monete che non hanno corso per gli altri, che nessuno accetta più; ma son d’oro zecchino per essi, e contandole si sentono per un poco immensamente ricchi.
Ricordiamo un bravo Coneglianese, il medico Ugo Cerletti nato a Conegliano nel 1877, che all’epoca della guerra 1915-18 era maggiore volontario alpino degli arditi, inventò una speciale tuta bianca mimetizzante, ebbe l’idea del proiettile a scoppio ritardato, e realizzò pure la spoletta speciale dopo lunghi mesi di stu dio all’ispettorato dell’Arma di artiglieria a Roma e successivamente in Francia Divenuto titolare della cattedra di neuropsichiatria all’Università di Roma, dopo aver insegnato negli Atenei di Bari, Genova e Milano, il prof. Cerletti fu anche l’inventore dell’elettrochoc e fu più volte candidato al premio Nobel per la medicina Mori a Roma il 25 luglio 1963.
L'antivigilia di Pasqua 1963 il presidente comm. Guido Curto, con i vice presidenti avv. Travaini e Carlo Daccò, e il consigliere dott. Giovanni Dalla Zentil si recarono dal Vescovo mons. Albino Luciani - successivamente Patriarca di Venezia ed infine Pontefice, Giovanni Paolo 1°,- il papa dei trentatre giorni, per esprimere all'amato Presule gli auguri degli alpini della sezione. Al vescovo fu fatto omaggio di un quadro incorniciato in pelle con riprodotta la preghiera dell’Alpino. Sua Eccellenza dimostrò di gradire moltissimo il significativo dono ed incaricò la delegazione di estendere la propria benedizione e il paterno augurio a tutti i soci della sezione e alle loro famiglie.
Il fior miglior tu sei, o stella alpina,
e niun supera te, tanto sei forte
ché nasci sulla bianca, eccelsa cima
ed il tuo cibo è il succo delle rocce.
Per questto mai ti sciupi: sei superba!
E i petali tuoi di bianco velluto
son profumati dalla neve eterna
che ti fu culla sopra l’orlo cupo.
Per questo il torte t’ama eternamente
e pone la sua vita in gran periglio
per baciar te, lassù, sì arditamente.
E spesso cade, portando nell’ombra
te, dal suo sangue tinta di vermiglio,
solo
segno d’amor sulla sua tomba.
Alma
I veci montagnini che appartennero al gruppo «Val Isonzo» del 3°Artiglieria Alpina della Divisione “Julia” hanno scelto la nostra città quale sede del loro primo raduno di reparto svoltosi domenica 19 maggio 1963. I reduci di questo gruppo di artiglieri alpina sono prevalentemente originari delle province di Vicenza e di Udine e quindi stata naturale l’indicazione di Conegliano alpina che si trova nel fulcro tra le due province.Tra i centoventi partecipanti abbiamo notato il col. Luigi Monticoni e il Maggiore Musitelli, oltre ai Capitani Giacomelli, Anzil, Ghezza, Ceccovini, e Grandi e il Cappellano Alpino Padre Faccin che ha celebrato la S. Messa al Duomo ove era presente anche il nostro Mons. Sartor. Padre Faccin ha pronunciato ottimo discorso di circostanza a conclusione del rito religioso e i partecipanti sono poi convenuti nella nostra sede dove sono stati ricevuti dai Vice Presidenti Avv. Travaini e Cav. Daccò e da altri membri del Consiglio, per una allegra bicchierata. La sosta a Conegliano si è conclusa in mattinata con uno scambio di cordialità alpine e la speranza reciproca di un nuovo felice incontro.
Metendo in leto el so putel, la mama
diseva: «Prega, caro, p’el papà,
ch’el possa ritornar da chi lo ciama;
prega el
Signor, chè Lu te scolterà».
«Dove xelo el papà?» — «El xe lontan,
tanto lontan e no so gnanca dove;
forse el sarà remengo, senza pan,
in fra la neve, el fredo o sot le piove».
Sugando i’ oci co’ le man,
la dona se volta in parte e manda zo el magon;
e po’, vardando in alto la Madona,
la mormora pian pian: «L’era sul
Don!».
El tosi prega co’ le mani zonte:
«Signor, no voio che me mama pianza,
anca se tien le so lagreme sconte;
fa che no perda tuta la speranza!»
Mi, che scoltavo da quel dì go visto,
in quela casa, la passion de Cristo:
«Signor, (go dito), varda zo dal ziel
sta pora dona co’ el so’ putel !».
A. Buldrini