MADONNA DELLA NEVE |
1991 |
Le origini:
Si può supporre che dopo la costruzione delle mura fortificate da
parte della famiglia del Carraresi, Signori di Padova, negli anni (1384-1388)
sia sorta la Chiesetta sotto le volte delle mura stesse.
La Chiesa, si trovava all'interno del sistema difensivo murario e poco più a valle
di essa esisteva uno degli accessi più frequentati per le comunicazioni tra il
Castello e l'antico Borgo e cioè la porta medioevale detta "la Castagnera"
e quindi l'edificio, o forse un capitello, costituivano l'ultimo luogo
devozionale per chi si recasse fuori le mura.
Non si
conosce sotto quale titolo sia stata venerata la Madonna in questa Chiesa, ma
nell'ordine cronologico dei documenti fin qui ritrovati la si venera con il nome
di "Beata Vergine Maria alla Castagnara" o "Madonnetta in
Castello"
Il titolo
"Madonna della Neve" si richiama alla visione del Pontefice Liberio,
Papa degli anni 352-366 il quale secondo la tradizione, la notte del 5 Agosto
del 352 ebbe in visione la Vergine Maria che lo invita a costruire ed ad
intitolare una Chiesa sul luogo ove la mattina seguente si fosse trovata la neve
intatta. Il miracolo si avverò ed il Pontefice tracciò la pianta della nuova
Chiesa nella neve appena caduta.
Nella sua
storia la ritroviamo citata, nelle visite pastorali del 1731 - 1826 - 1832 nelle
relazioni che gli Arcipreti del Duomo scrissero al Vescovo, in queste si parla
sempre di "Oratorio pubblico di S. Maria della Neve o Madonnetta",
essa viene mantenuta dalla carità dei devoti e questa fabbriceria (del Duomo)
ha il debito di far celebrare Messe nella solennità della Beata Vergine ed
altre tre nel giorno 5 Agosto, più di cantar nel sabato di cadauna settimana le
Litanie per disposizione del testatore Dottor Gregorio Canonico Carli, che
devotamente viene eseguito. Nei secoli dunque è stata sostenuta dalle offerte
del popolo e di qualche testatore, tra questi ricordiamo le già citate Famiglie
Fenci, Sarcinelli, il canonico Francesco Buffonelli, la famiglia Spellanzon,
Graziani e Gentili.
Alla fine
degli anni '60 a causa di un forte temporale, la Chiesa subì seri danni, ebbe
parte del tetto sfondato e l'umidità attaccò ben presto le vecchie mura
dandole un aspetto poco decoroso.
Fu in
questi anni che gli Alpini della Sezione posero su di essa lo sguardo e fu così
che l'allora Presidente Sezionale comm. enot. Guido Curto ebbe l'affidamento da
parte della Parrocchia del Duomo della Chiesetta.
Nel 1975
ebbero il via i lavori di sistemazione del tetto nel rifacimento di parte
dell'intonaco e la sistemazione del campanile.
Tutte
queste opere furono fatte per porre freno allo stato di totale abbandono in cui
la Chiesa si trovava e salvaguardarla non solo dai problemi di natura ambientale
e strutturale ma anche da quelli derivanti dagli atti di vandalismo che
continuamente subiva.
L'atto di
fede che gli Alpini si avviano ora a rinnovare verso la Chiesa ha avuto la
piacevole prefazione della scoperta degli affreschi che da tempo si conservavano
tra le sue pareti.
Si tratta
di un affresco che misura metri 3x4 circa e raffigura una Madonna con Bambino
con ai lati due angeli e sopra due coppie di putti che suonano il liuto, in
parte attribuibili al Francesco Beccaruzzi e databili attorno al 1530 come
afferma il Professor Giorgio Fossaluzza docente di storia dell'Università
Cattolica di Milano, mentre sotto la stessa Madonna sono evidenti i segni di
un'opera pittorica posta su uno stato di intonaco precedente e quindi si può
ritenere sia quattrocentesca.
Inutile
negare l'entusiasmo sentito fra coloro che collaborano a questo lavoro, in più
si è venuto a creare un legame naturale con Francesco
Beccaruzzi, pittore
Coneglianese (1492-1562) che fu uno degli artisti di spicco del Cinquecento
Trevigiano che nacque in contrada Saranello nella casa ora magnifica sede della
Associazione Nazionale Alpini di Conegliano. Questa documentazione storica è
scritta perché tutti siano a conoscenza che la Chiesetta non è qualcosa di
dimenticato ma è parte della storia di Conegliano.
Per
secoli è stata la sola Chiesa sulla strada principale tra il Castello ed il
Borgo ed ora potrà essere ammirata dalle moltissime persone che passeggiano per
la calle della Madonna della Neve, non solo perché posta in un luogo piacevole
e di medioevale memoria, ma anche, per il pregevole valore artistico che
racchiude in sé.