7° ALPINI


Febbraio 1963

STORIA DEL 7° ALPINI

Il Battaglione «Belluno» al Castelletto nel 1916

inizio (7a puntata)
Alla fine del 1915 il Battaglione «Belluno» era attestato a Cortina d’Ampezzo e sulle posizioni di Forcella di Fontananegra, sulla prima Tofana, su Col del Bois e a Cima Falzarego
L’8 gennaio 1916 le compagnie 79° e 106° vennero inviate a presidio di q. 2678 del Piccolo Lagazuoi mentre la 77° rientrava al battaglione dal Col di Lana.
Secondo il progetto del Comandante del reggimento, il s. ten. Eugenio Tissi studiava fin dal mese di novembre la possibilità di realizzare una galleria al Castelletto, per farlo saltare a colpi di mina: esperto perito minerario, Tissi scelse, tra gli alpini del battaglione «Belluno», coloro che avevano fatto i minatori prima della guerra e li adibì a bucare la terribile montagna.
Per circa un mese e mezzo fu al Castelletto anche il futuro Presidente del Consiglio e Presidente del1’A.N.A. Ivanoe Bonomi; tra i molti altri ufficiali che seguirono la preparazione dell’importante impresa va anche ricordato il nostro indimenticabile Giovanni Piovesana.
Agli inizi di giugno il s. ten. Tissi, al quale era stato affiancato il s. ten. ing. Luigi Malvezzi di Vicenza, dovette lasciare l’incarico per ferite e venne sostituito dal perito Mario Cadorin mentre i centoventi alpini-minatori continuavano a lavorare di scavo a turni di sei ore.
La galleria raggiunse 507 metri di lunghezza e vi vennero collocati 350 quintali di gelatina: erano stati necessari più di sei mesi di lavoro mentre gli altri reparti del «Belluno» effettuavano azioni dimostrative nella zona; molti pezzi d’artiglieria vennero issati su posizioni dominanti l’obiettivo per sostenere la prevista azione degli alpini.
La mina venne fatta saltare alle ore 3,40 dell’11 luglio, mentre le artiglierie tuonavano senza sosta.
L’assalto degli alpini fu troppo impetuoso: il grosso della 77 tentò di salire lungo il canalone centrale tra la Tofana e il Castelletto ma venne investita dalla valanga di sassi e detriti provocati dall’esplosione; le compagnie 78° e 79° dovettero attendere che cessasse quella grandinata di pietre superiore alle previsioni; anche un gruppo di alpini-minatori che tentarono di raggiungere il Castelletto attraverso una delle gallerie, vennero colpiti da asfissia a causa del gas nitrico sprigionatosi con l’esplosione.
Gli alpini attestati sullo «Scudo» e nei pressi del «Sasso Misterioso» battevano senza interruzione gli austriaci annidati nelle due guglie del Castelletto mentre altri componenti della 77° agivano dal Camino di Vallepiana.
Dopo oltre due giorni di lotta accanita il Castelletto venne raggiunto e gli alpini-minatori fecero saltare l’ultimo tratto di galleria rendendo possibile il trasporto di due pezzi da montagna sulla posizione conquistata.
Un contrattacco avversario venne decisamente respinto ed anche gli ultimi cinquanta austriaci circa, che si erano asserragliati in una caverna, cedettero le armi.
Assicurata in tal modo la libera viabilità tra Cortina e il Passo di Falzarego, il Battaglione «Belluno» completò l’occupazione del «Sasso Misterioso» alla fine di luglio, tentando di raggiungere i trinceramenti avversari; il nemico accolse però gli alpini con intensissimo fuoco di fucili e mitragliatrici dalle sue posizioni del piccolo Lagazuoi, causando molti morti.
Il piccolo gruppo di alpini che raggiunse una trincea nemica venne facilmente sopraffatto; buona parte della 79° compagnia e della 6° sezione mitragliatrici venne annientata.
Gli austriaci tentarono addirittura di avanzare su Forcella Bois, ma gli alpini del «Belluno», affiancati da quelli del «Monte Pelmo», li ributtarono indietro.
Con i combattimenti del mese di agosto fu possibile occupare le trincee a sud-ovest di quota 2760 e, nel successivo mese, assestare le posizioni oltre il Col del Bois in Val Costeana, cacciare gli austriaci dalla base della prima Tofana e spingersi sulla sponda destra del rio Travenanzes.
L’anno 1916 si concluse per il battaglione «Belluno» in opere di fortificazione e nella costruzione di strade, scale e teleferiche.
Il comando era stato assunto il 5 agosto dal Ten. Col. Alessandro Gregori il quale avrebbe poi guidato il valoroso quanto spesso sfortunato battaglione nel lungo calvario della Bainsizza, dei Monti Rosso e Stoll, fino al Bosco del Cansiglio.

(continua)