7° ALPINI


Agosto 1966

STORIA DEL 7° ALPINI

SUL FRONTE FRANCESE

inizio
(19a puntata della storia del 7° Alpini)

Alla vigilia dell’ultima guerra il Settimo - comandato dal col. Ghe - aveva reclutati tutti i suoi battaglioni inquadrati nella divisione «Pusteria» agli ordini del gen. De Cia.
Riunitosi d’urgenza nella sede stanziale, il «Feltre» si trasferì in treno a Col di Nava e, dopo quindici giorni di attendamento, si portò a Demonte e infine a Vinadio; marcia a piedi fino al Colle della Maddalena, arrivo all’Argentera, inoltro per la valle del torrente Puriac e verso l’omonimo colle, privi di carte topografiche della zona e con gli alpini someggiati anche delle munizioni per mortai da 81.
Il battaglione «Cadore» partì da Tai il 2 giugno raggiungendo a scaglioni il Col di Nava e infine la zona d’impiego a Colle di Lago dei Signori, con dislocazione tra Goletta e il terrazzo mediano di Rio Bail.
Il battaglione «Belluno», in seconda schiera nella zona tra Monte Mart e il Colle di Tenda, proseguiva intanto i lavori di riattamento stradale e di sgombero della neve; spostatosi in Valle Stura si predispose per l’offensiva a sinistra del Colle della Maddalena.
La notte sul 23 giugno i tre battaglioni erano pronti all’attacco: il «Feltre» e il «Belluno» in primo scaglione; in secondo scaglione il «Cadore», a disposizione a Passo Lauzanier.
Le operazioni iniziarono in mezzo alla tormenta di neve, con freddo acutissimo e fitta nebbia; l’obiettivo era di invadere la valle di Lauzanier occupando q. 2771 e poi, unitamente all’11° Alpini, penetrare nella valle Abries raggiungendo Jausiers.
Superato il confine, il «Feltre» puntò con la 64a su Enchostraye, Lac de Lauzanier e le quote 2927, 2765 e 2605, con la 65a su quota 2703, il Lac des Homes e q, 2618; di rincalzo era la 66a compagnia. Senza incontrare reazione nemica ma contro l’imperversare dei maltempo, la 64a raggiunse il centro di Vali d’Abries già la sera del 23 giugno.
I difensori francesi iniziarono a fronteggiare con artiglieria e mortai dal Tourillon e da Col des Fourches, con nutrito fuoco di mitragliatrici dalle caverne del Sommet de la Tour; la reazione proseguì a tratti fino al mattino, ma il battaglione riuscì ugualmente a raggiungere il fondo della valle operando di sorpresa e portandosi alle spalle delle direttrici del fuoco avversario.
Nell’immediato pomeriggio del 24 giugno il «Feltre» riprese l’esecuzione dell’ordine operativo che prevedeva la discesa dal Lauzanier e, attraverso Les Sagne» e la riva sinistra di Val d’Abries, l’occupazione di Jausiers.
L’aggravarsi dei maltempo e l’incessante reazione avversaria deaterminarono altri vuoti nei battaglione e consigliarono un riordinamento e l’attesa di due compagnie di rinforzo del battaglione «Trento» dell’11° Alpini le quali giunsero infatti alle ore 22; prima dell’alba del 23 giugno, mentre il «Feltre» si apprestava a riprendere l’avanzata, giunse l’ordine di sospendere le ostilità per sopravvenuto armistizio.
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Il battaglione «Cadore», col quale era il comandante del reggimento, aveva raggiunto il Colle Lauzanier al mattino del 23 giugno, serrando poi sotto il «Feltre» e il «Belluno» impegnati nella dura avanzata, e tenendo come obiettivo, unitamente a quest’ultimo reparto, il Passo di Gregoire. Frequenti furono i casi di assideramento e non pochi i caduti e i feriti sul costone del Lauzanier, ma il battaglione avrebbe ugualmente conseguito la conquista delle posizioni del Sommet de la Tour se l’armistizio non l’avesse fermato.
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Il battaglione «Belluno» - diviso in più colonne - partì dalla displuviale di Passo Goretta mirando ad impadronirsi della cresta spartiacque tra q. 2618 e q. 2771: 78a avanzata, 77° e 79° di rincalzo.
Notte all’addiaccio alla capanne Donadieu e proseguimento, all’alba del 24 giugno, per il Col du Quartier d’Août dove un gruppo di osservatori avversari fuggì dando l’allarme e determinando l’intervento dell’artiglieria francese.
Il battaglione subì alcune perdite tra cui il capitano Gobbitta, e numerosi congelamenti; con la notizia della sospensione delle ostilità il «Belluno» ebbe l’ordine di portarsi a Jausiers a disposizione della Commissione di Armistizio.
Il «Feltre» scese invece a Mondovì rimanendovi venti giorni, poi a Dobbiaco e infine a S. Candido.
Il battaglione «Cadore» si portò a Gaiola passando poi a Montalto di Mondovì e Dobbiaco, accampandosi a Valle S. Silvestro e infine a Dobbiaco Vecchia e a Villalassa.
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Degna di segnalazione è l’opera svolta sul fronte occidentale dai battaglioni «Valle» del 7°.
A Cuorgné il «Val Cismon» fece parte - con i battaglioni «Intra» e «Val Brenta» e il gruppo «Val d’Orco» d’artiglieria alpina – del raggruppamento mandato dal gen. Girotti e che - alla dichiarazione di guerra - si dispose a Viù, in Valle Stura, occupando la zona di frontiera sulla destra del Rocciamelone.
Trasferito d’urgenza a Pré Saint Didier il «Val Cismon» raggiunse il Piccolo S. Bernardo e - nella notte tra il 23 e il 24 giugno - attaccò le posizioni francesi sfondando, malgrado la violenta reazione, verso Villar e raggiungendo Séez che rappresentò il punto di penetrazione massima delle truppe italiane in Francia.
L’armistizio fermò il «Val Cismon» mentre si apprestava a marciare verso il fondo della Valle Isera per occupare borgo San Maurizio in Val Tarantasia; fermatosi a Séez fino a ottobre, venne sostituito dal battaglione «Val Piave» che faceva parte del 4° Gruppo Alpini Valle comandato dal col. Amedeo Frati.
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Allo scoppio delle ostilità il «Val Piave» si trovava allo sbarramento di Croce Roley e del Nivolet e alcune squadre tentarono - fin dal 16 giugno - un colpo di mano contro i francesi a Punta Galisia e sul Colle Basagne che non riuscì a causa della tormenta e della neve.
Spostatosi il 18 giugno alla testata di Valle Roma, Punta Basei, Colle Nivoletta, a Introd il giorno 20, e il 22 a Col du Mont, il battaglione «Val Piave» superò la frontiera portandosi alla Motte nei pressi di Le Crôt dove il confratello «Val Cordevole» stava dando battaglia e al quale diede il cambio nel pomeriggio
del 23 giugno; intensa fu l’attività specie della 275° compagnia che occupò Planey Dessous e Planey Dessus arrivando con alcuni reparti su Montalbert. Anche la 268a spinse l’azione oltre S. Guerin e, superato Montes, raggiunse Plan Bois.
Il successivo giorno 24 anche Le Villard venne occupata da un plotone della 275°, mentre la 268° superava La Rosière e Plan Bois obbligando il nemico a ripiegare sulla Thuile; di rincalzo era la 267° che provvedeva tra l’altro a recuperare il notevole materiale abbandonato dall’avversario.
I francesi reagirono violentemente fino all’ultimo minuto fissato dall’armistizio, e gli ufficiali dei «chasseurs des Alpes» s’incontrarono poco dopo con i comandanti dei nostri reparti a riconoscimento del reciproco valore dimostrato.
Il «Val Piave» rimase in zona di armistizio per vari mesi a Sainte Foy, a Les Masures, a Le Miroir, a Planey Dessus e infine, subentrando al «Val Cismon» a Séez; a fine ottobre. dopo aver sostato ad Aosta, il battaglione ritornò a Tai di Cadere.
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Il battaglione «Val Cordevole» si trovava in Val Grisenza quando l’inizio delle ostilità lo trovò frazionatamente dislocato a Planaval (comando e compagnia comando), a Revère (206° comp.), a Prariond 266°) e a nord di La Betthaz (275°), inquadrato nel 4° Gruppo Alpini Valle del col. Frati.
Selle prime ore del 21 giugno il battaglione «Val Cordevole » ebbe l’ordine di passare il confine al Col du Mont con lo scopo di attestarvisi occupando pure Sachère e raggiungendo Sainte Foy in Val d’Isère. La difficile e complessa operazione venne portata a termine, malgrado l’accanita difesa francese, senza alcun intervento dell’artiglieria, con il plotone arditi condotto dai tenenti Campanella e Sansone e che, con l’eroismo dei suoi uomini, spazzò gli ostacoli più gravi che si frapponevano a raggiungere La Motte, con la 276° compagnia avanzata che sfidò il fuoco vomitato dall’avversario dalla munita quota 2720, dalla 266° compagnia che immediatamente seguiva di primo rincalzo e dalle restanti compagnie di secondo rincalzo.
Alla sera gli alpini del «Val Cordevole» avevano raggiunto Fontaines d’en Haut, e il successivo giorno - riforniti di munizioni - si attestarono a sud di Le Viliard per coprire il fianco sinistro dell’avanzata verso Borgo S. Maurizio; una compagnia avversaria venne dispersa da un plotone comandato da Zanibon e molti furono gli attacchi con bombe a mano.
Il bombardamento nemico si fece più intenso nella notte del 23 giugno tempestando i valloni di S. Claude e di La Motte dove stavano penetrando i battaglioni «Val Piave » e «Ivrea»: la 276° compagnia del «Val Cordevole» contribuì a ripulire i boschi dai nuclei di resistenza francesi.
Passato in secondo scaglione nel pomeriggio, il «Val Cordevole» ebbe l’ordine di serrare sotto l’«Intra» e di tornare successivamente verso Fontaines d’en Hau: dove si accantonò la 266°, mentre la 206° si stabilì a Le Crôt, la 276° a Plan du Pré e il comando ad Auvet.
Alla fine di ottobre dei 1940 i battaglioni «Valle» vennero sciolti o i loro effettivi passarono agli altri battaglioni del Settimo con i quali dovevano vivere l’altra dura ma gloriosa impresa sul fronte greco-albanese.

(continua)