7° ALPINI


Giugno 1967

STORIA DEL 7° ALPINI

Il «Val Cismon» in Grecia

inizio
(23a puntata della storia del 7° Alpini)

Il Battaglione «Val Cismon», sciolto il 31 ottobre 1940, venne ricostituito a Feltre il 21 dicembre nello stesso anno e, sempre agli ordini del maggiore Berti, immediatamente destinato al fronte greco- albanese.
Giunto a Valona il 14 gennaio (dopo aver subito persino un incidente ferroviario nel corso del trasferimento a Taranto), il battaglione venne avviato nella zona della Vojussa col compito di tenere dodici chilometri di crinale indifeso, tra le quote 1255, 1439 e 1620 del Trebescines.
Dopo due giorni di nebbia continua e sotto gl’intermittenti colpi dei mortai greci, il magg. Berti poté orientarsi sulle dislocazioni nemiche e passare all’attacco con due plotoni e una mitragliatrice pesante. Assaliti sul declivio del Trebescines - verso il M. Groppa – i greci dovettero sloggiare lasciando otto mitragliatrici e due prigionieri; nell’azione caddero purtroppo un alpino, il ten. Antonio Barbi e il sottotenente Alberto Rasi.
Il «Cismon» visse duramente anche i successivi quindici giorni essendo stati continui gli attacchi greci, intenso il fuoco delle batterie nemiche e specie dei mortai, ed estremamente difficile l’ottenimento dei necessari rifornimenti; sempre più numerosi si verificavano i congelamenti.
Intanto, verso il 21 gennaio, il battaglione lasciò le posizioni ad un reggimento di fanteria, passando - sebbene ridottissimo negli organici - più sotto il monte Groppa la cui conquista venne appunto affidata al «Val Cismon» mentre al Gruppo «Pizzi» venne dato incarico ai raggiungere il Bregianit.
La cima del monte Groppa venne raggiunta dal «Cismon» dopo un fulmineo attacco effettuato il giorno 26, ma l’ulteriore avanzata si rese impossibile per i forti contrattacchi avversari.
In quei giorni durissimi venne mortalmente ferito anche Giovanni Piovesana - il pluridecorato ex presidente della Sezione A.N.A. di Conegliano che morì poi a Turan l’8 febbraio; lo stesso comandante Berti ebbe un ginocchio trapassato da una pallottola dopo essersi eroicamente battuto con i suoi degni alpini; feriti vennero pure i capitani Castagna della 264° e Zampoi della 265°.
Il ten. col. Attilio Actis Caporale assunse il comando del «Val Cismon» riordinandolo per quanto possibile all’atto dell’incorporazione nella divisione «Sforzesca».
I combattimenti continuarono irruenti attorno alla quota 1178 del Trebescines che venne più volte conquistata e perduta dalle due parti. Alla nostra divisione era contrapposta la divisione «Creta» che rimase dissanguata nel tentativo di accerchiare il «Val Cismon» e gli altri reparti italiani.
L’1 marzo il provatissimo «Val Cismon» venne inserito nel gruppo alpino tattico «Signorini» assieme ai battaglioni «Bolzano» e «Cervino»; dopo la occorrente riorganizzazione, il gruppo alpino sostituì la «Julia» nella zona del Golico, acquisendo anche il battaglione «Susa».
Il 13 aprile il fronte si alleggerì notevolmente per l’azione italiana e tedesca in altri settori dello schieramento greco, cedendo poi sotto la rinnovata spinta della «Julia».
Esaurito il proprio compito, il gruppo «Signorini» venne sciolto il 27 aprile, e il «Val Cismon» fu destinato al 9’ Reggimento Alpini col quale raggiunse Janina, partecipando poi alla conquista dell’Epiro.
Dall’11 agosto al successivo 12 marzo 1942 il battaglione rimase nella zona di Nauplia, rientrando poi in Italia per la via di Corinto.
A riconoscimento dell’ eroismo dei suoi alpini, questo magnifico battaglione ebbe conferita la medaglia d’argento al valore militare, così brillantemente motivata:
Al reggimento per il battaglione «Val Cismon»: « Impiegato in zona di alta montagna, in combattimenti aspri e continui, dava ovunque prova di mirabile ardimento, tenacia e superbo slancio, conquistando importanti posizioni, infliggendo al nemico gravissime perdite ed offrendo largo contributo di sangue. Confermava, per tutta la durata della campagna, le gloriose tradizioni degli alpini d’Italia. (Fronte greco, 17 gennaio - 23 aprile 1941)».

(continua)