7° ALPINI


Giugno 1970

STORIA DEL 7° ALPINI

Il 7° Alpini dopo la ricostituzione

inizio
(28a e ultima puntata della storia del 7° Alpini)

(ultima puntata)

Abbiamo in precedenza ricordato la ricostituzione del 7° Alpini, avvenuta il 1° luglio 1953, e la grande manifestazione svoltasi a Belluno l’11 aprile 1954 in occasione della consegna della Bandiera.
La Sezione di Belluno dell’ Ana - e particolarmente l’allora Commissario Giuseppe Rodolfo Mussoi, che è tuttora uno dei più genuini e generosi dirigenti alpini - aveva seguito con trepidazione, nell’immediato dopoguerra, il problema della ricostituzione del Reggimento. Già si disse che nel febbraio 1946 aveva ripreso vita il battaglione Feltre, inquadrato nell’8° Reggimento, che era stato per circa un mese a Este e poi alla caserma « Zanettelli» di Feltre, successivamente a Pontebba e ancora, dal 1956, a Feltre quando ritornò a far parte del 7°.
Interpellate le maggiori autorità, il rag. Mussoi aveva formulato - il 4 novembre 1947 - il seguente appello:
«IL COMMISSARIO DELLA SEZIONE A.N.A. DI BELLUNO, su conforme parere dei Membri del Consiglio Direttivo uscente della Sezione, sicuro di interpretare il voto unanime dei Soci, sulla considerazione che nel programma di Governo per la riorganizzazione dell’Esercito dovrà inserirsi l’improrogabile ed indispensabile necessità di aumentare il numero dei reggimenti Alpini, onde non sia effimera o meramente simbolica la salvaguardia delle Frontiere Nazionali; AUSPICA che l’Onorevole Ministro della Difesa e gli Enti competenti deliberino ed attuino la ricostituzione di quel glorioso Settimo Alpini che, onusto di glorie militari, fiero dell’eroismo dei suoi figli rappresentanti autentici della tradizione di valore e dello spirito indomito delle generose e patriottiche popolazioni delle provincie delle Dolomiti (Belluno - Treviso), come sempre fu, come sempre sarà, la sentinella meglio qualificata a vegliare sui confini orientali della Patria ed a non rimanere insensibili ai palpiti ed alle aspirazioni dei fratelli che un ingiusto trattato di pace ha strappato alla gran Madre Italia; INVITA pertanto, le autorità Provinciali e Comunali delle provincie di Belluno e Treviso e le consorelle Sezioni dell’A.N.A. delle dette due provincie ad avviare tutti i mezzi idonei perchè il voto suespresso diventi pronta realtà».
Le Amministrazioni provinciali e tutti i Consigli comunali risposero favorevolmente; ugualmente ed entusiasticamente favorevoli si dimostrarono, oltre alla nostra Sezione di Conegliano, le Sezioni di Feltre, Pieve di Cadore, Treviso, Valdobbiadene e Vittorio Veneto. Tutta la documentazione venne quindi consegnata al senatore avv. Agostino D’ Incà - già ufficiale degli alpini - che provvide a far pervenire la petizione al Ministro della Difesa.
Appena ricostituito, il 7° Alpini ebbe a partecipare - col trenta per cento dei propri effettivi integrato con richiamo di ufficiali, sottufficiali e truppa - all’«esigenza T» connessa con la tensione verificatasi alla frontiera orientale; trasferiti il 20 ottobre 1953 nella zona di Cividale del Friuli, i reparti del 7° (costituenti il battaglione di formazione «Cadore», comandato dal ten. col. Giuseppe Vinci e formato dalle compagnie comando dei battaglioni Cadore e Belluno, oltre che dalle 77°, 67° e 7° CMR) rientrarono il 29 dicembre.
Al col. Edgardo Gandolfo seguì - al comando del reggimento - il col. Alberto Briatore dal 12 agosto 1954, il col. Vincenzo Bellomo dal 16 marzo 1956, il col. Tito Corsini dal 21 marzo 1957 e la M.O. col. Franco Magnani dal 21 marzo 1958.
Due mesi dopo la ricostituzione il 7° partecipò alla V edizione del trofeo «Silvano Buffa» e, grazie alla preparazione curata dal magg. Ortore la squadra conseguì - contrariamente ad ogni previsione, dato il breve periodo disponibile - il terzo posto assoluto.
Nel 1954 apprestò una spedizione di soccorso per la ricerca di feriti e dispersi in alta montagna e contribuì notevolmente all’organizzazione dei Giochi Olimpici Invernali di Cortina di Ampezzo (sotto la guida del col. Tessitore, del ten. col. Fabre e del magg. Bassignano); affermazioni prestigiose vennero conseguite nei campionati militari di palla a volo, di pallacanestro e di corsa campestre. Lo stesso anno venne spostata la festa del reggimento dal 13 di dicembre - ricorrenza della difesa di Val Calcino e del Valderoa da parte dei battaglioni Monte Pavione e Feltre - alla data del 23 aprile, giorno conclusivo della campagna di Grecia nel corso della quale tutti i battaglioni del 7° vennero decorati con la medaglia d’argento al valore militare.
Continuarono con intensità e buon esito i corsi sciatori ed alpieri, le escursioni invernali ed estive, e nel 1956 vennero realizzate le ascensioni di reparto al Becco di Mezzodì, alle Tofane, al Cristallo, al Civetta, al Rinaldo, al Popera di Valgrande, e le esercitazioni «Riccio», «Aquila Nera» e «Valle Verde». Sulla vetta dell’Antelao venne trasportato un bivacco fisso prefabbricato, del peso complessivo di ventidue quintali.
Nel 1957 il Settimo fu presente - con un battaglione di formazione, bandiera e fanfara - alla nostra adunata nazionale svoltasi a Firenze. Con le esercitazioni estive fu impegnato nella «Latemar 2», e il 4 settembre un reparto salì al Cadin dei Frati per la consegna di 126 colli di materiale destinato alla sistemazione - sul Duranno, m. 1927 - della capanna-bivacco «Paolo Greselin».
Assai prestigiosi i risultati nelle competizioni sportive: primo posto (punti 288 su 300) nella gara nazionale militare di tiro svoltasi a Orvieto (e con l’alpino Italo Fagherazzi classificatosi primo su 149 tiratori), secondo posto nel campionato di calcio del IV Corpo d’Armata, primo posto in quello di palla a volo, primo posto tra le squadre militari partecipanti alla gara sciistica nazionale di fondo Trofeo «R. Psaro», sesto posto assoluto (e seconda tra le squadre militari) nella gara sciistica nazionale di staffetta alpina del Trofeo «Reverberi».
Molto intenso il programma svolto nel 1958 oltre il consueto impegnativo addestramento. Una grande croce metallica venne collocata, a ricordo dei Caduti del battaglione «Belluno» sulla cima di Monte Schiara; nello stesso periodo un plotone agli ordini del capitano Pilla e in collaborazione con i componenti del «Soccorso Alpino», contribuì a portare a salvamento un giovane rimasto gravemente ferito sullo stesso monte. Numerose furono le ascensioni compiute da tutti i reparti del «Settimo» sulle cime particolarmente impegnative delle Dolomiti.
Il 1958 ha riservato frequenti successi alle squadre del 7° anche nelle competizioni sportive, con la conquista del primo posto nella categoria militare al Trofeo «Reverberi», al Trofeo «Dordi», al Trofeo «A.N.A.», al Trofeo «R. Psaro»,al Trofeo «Silvano Buffa», alla gara nazionale di tiro con carabina cui parteciparono 26 squadre delle tre Forze Armate (la squadra del 7°, composta dal magg. Ortore e dai caporali Libero Rossetti e Lino Laffi, ottenne 435 punti su 450; e il caporale Rossetti fu primo sui duecento concorrenti); tra le competizioni a carattere nazionale è di rilievo il secondo posto della categoria militare conseguito al Trofeo «Divisione Julia» di staffetta alpina.
Mentre il magg. Eros Ortore conseguiva un successo personale classificandosi primo nel campionato nazionale UNUCI di tiro con carabina, svoltosi a Brescia, il Reggimento ottenne altre meritate affermazioni in gare regionali e provinciali con le vittorie nelle gare regionali di tiro con carabina a Verona e a quelle provinciali in Agordo, e nel Trofeo regionale «Favretti», contribuendo infine alla conquista del primo posto nel campionato di calcio del IV Corpo d’ Armata da parte della Brigata «Cadore».
Il 7° Alpini ha quindi continuato ad allevare alpini di ottima qualità per merito - oltre che dei già citati comandanti del reggimento - anche dei bravi comandanti susseguitisi alla guida dei battaglioni e degli altrettanto ammirevoli ufficiali dei reparti.
Al Battaglione Feltre, dopo il comando tenuto dal magg. Eusebio Palumbo dal 1951 al settembre del 1953, giunsero il magg. Silvio Steffensen (fino al 14 settembre 1954), poi il magg. Franco Magnani fino al 31 maggio 1956, e con il passaggio del battaglione al 7° il magg. Virginio Rigi-Luperti fino al 7 novembre 1956, poi il magg. Marino Morosini fino al 1 gennaio 1958 e, da tale data, il ten. col. Augusto Camorani.
Il Battaglione Cadore ebbe quale comandante, dopo il magg. Ortore, il ten. col. Guido Rodorigo dal 30 ottobre 1954, il magg. Rigi-Luperti dal 1° novembre 1955 (poi passato al «Feltre»), il magg. Piero Arnol dal 1 ottobre 1956, il magg. Cristoforo De Hartunghen dal 10 ottobre 1957, e il magg. Enrico Dalmasso dall’11 ottobre 1958.
Abbiamo già ricordato che il Battaglione Belluno ebbe, quale comandante alla ricostituzione, il ten. col. Giuseppe Vinci; gli succedette il magg. Renzo Mazzoncini dal 1 novembre 1954, il magg. Vittorio Dogliani dal 1 novembre 1955, il magg. Giorgio Ridolfi dal 1 novembre 1956, il magg. Amerigo Roatto dal 10 novembre 1957 e il magg. Marcello Berloffa dal 1° novembre 1958.
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Già si disse che il 7° Alpini ha avuto 4.556 Caduti nelle guerre combattute, e ricompense individuali che si concretarono nella concessione di 25 medaglie d’oro, 428 medaglie d’argento, 719 medaglie di bronzo e numerose altre decorazioni al valore militare. La Bandiera è fregiata di due Ordini Militari, otto medaglie d’argento e tre medaglie di bronzo; a queste distinzioni per il valore militare dimostrato si aggiunse l’alto riconoscimento della Medaglia d’Oro al valore civile conferita per le operazioni di soccorso generosamente prestate in occasione della sciagura del Vajont che sconvolse, nell’ottobre del 1963, la zona di Longarone. Fu il 2 giugno del successivo anno a Belluno, che il sottosegretario agli Interni on. Ceccherini appuntò sulla bandiera del 7° Alpini e del 6° Artiglieria da Montagna le medaglie d’oro conferite ai due Reggimenti che sì sono particolarmente distinti nella validissima opera di soccorso, offerta fin dalle prime ore dopo il disastro, con slancio generoso e con assoluto sprezzo del pericolo ancora incombente.
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Le notizie riassuntive sulla storia del reggimento tanto caro alla nostra Sezione si concludono con la presente puntata; c’è già un vuoto tra il 1958 e il frettoloso accenno che abbiamo fatto sull’opera svolta dai bocia del 7° in occasione della disastrosa sciagura del Vajont.
La colpa non è nostra - e forse non è di nessuno - se la rievocazione si deve forzatamente fermare, di fatto, alle notizie prevalentemente pubblicate nel volume che Manlio Barilli ha dato alle stampe nel dicembre del 1958. Ci eravamo proposti di integrare la fatica di questo indimenticabile scrittore alpino con l’aggiornamento delle notizie successive alla data accennata poiché, specialmente ai bocia, avrebbe fatto piacere di vedere ricordate le affermazioni dei reparti nel periodo del proprio servizio militare, e per i veci sarebbe stata una consolante rivelazione nei riguardi dell’andamento ancor oggi encomiabile del reggimento nato a Conegliano.
Se si avesse potuto raccontare la storia del 7° fino ai giorni nostri, le varie puntate della rievocazione (e con questa sono state 28 puntate) avrebbero potuto venire raccolte in un piccolo volume che - riteniamo - sarebbe stato gradito particolarmente ai giovani delle ultime leve.
Non è stato possibile e ce ne duole assai. Da parte nostra abbiamo richiesto le notizie a chi ne è in possesso, e lo abbiamo tatto più volte (dall’agosto del 1968 fino al febbraio di quest’anno) ma senza esito malgrado una prima assicurazione fornitaci in proposito.
Ci saranno motivi di segretezza che noi non conosciamo, ma ci è difficile capire il motivo per cui non si possono pubblicare i nomi dei comandanti del reggimento e dei battaglioni che si sono succeduti negli ultimi dieci anni (e che desideravamo nominare al solo scopo di rendere riconoscimento alla loro opera), e le affermazioni sportive od altro che i bocia hanno saputo ottenere e alle operazioni di soccorso cui hanno partecipato.
E quindi con rammarico che scriviamo FINE.

M. ALTARUI

(I comandanti) aggiornamento al 1987 in occasione del 100° del 7° alpini